80 centesimi Parma

Un solo 80 centesimi per la Francia

di Giordano Gracco

Alla fine di aprile 1859 il Regno di Sardegna e l’impero d’Austria entrarono in guerra. Il conflitto, pianificato da Cavour, avrebbe dovuto liberare la Penisola dall’Austria e dai regimi filoaustriaci che ancora governavano alcuni stati italiani. Grazie all’alleanza con Napoleone III, le armate franco-sarde inflissero pesanti sconfitte agli avversari, liberando la Lombardia ed entrando trionfalmente a Milano agli inizi di giugno. Nelle intenzioni di Napoleone III doveva trattarsi di un conflitto di proporzioni ed esiti limitati, ma l’attesa e l’entusiasmo dei patrioti nell’Italia centrosettentrionale era grande: ci furono arruolamenti volontari e insurrezioni, che suggerirono ai sovrani locali di abbandonare i troni.

A Parma, capitale del ducato di Parma e Piacenza, Luisa Maria di Borbone fuggì e fu sostituita da un governatore (poi da un “dittatore”) nominato dal governo di Vittorio Emanuele che, fra i vari atti, dal 1° agosto introdusse i francobolli sardi al posto di quelli parmensi. Sembrava un preludio a una prossima annessione di Parma alla Sardegna, ma Napoleone III lo impedì: non era quindi possibile continuare a usare i francobolli sardi e il governo decise l’emissione di una nuova serie di francobolli locali, nota come Governo provvisorio.

Il disegno era elementare, senza simboli politici e con l’anonima dicitura Stati parmensi, ma i cinque valori e i colori erano identici alla serie sarda. Il valore più alto della serie, l’80 centesimi, fu prodotto in soli 2.400 esemplari e di questi furono venduti meno di ottanta: rarissimo allo stato di nuovo, è ancora più raro usato. Sciolti sono noti solo sei esemplari: cinque usati a Parma nella nuance di colore  bistro, e uno arancio, utilizzato nell’altra città dell’ex-ducato, Piacenza.

Su lettera completa, invece, è noto un solo esemplare, che assieme a un francobollo da 20 centesimi della stessa emissione affranca una lettera per la Francia. La tariffa dell’epoca era di 50 centesimi per ogni porto; i due francobolli, quindi, servirono a pagare un doppio porto, come indica anche la cifra 2 sul frontespizio. La lettera partì da Parma il 17 dicembre 1859 ed entrò in Francia dal posto di scambio di Culoz il 21 dicembre. Il timbro P.D. sta a indicare che, secondo gli accordi allora in vigore con la Francia, l’importo era stato interamente assolto e il destinatario non avrebbe dovuto pagare nulla.

80 centesimi Parma

Questa lettera è tuttora in ottimo stato di conservazione ed è oggi riconosciuta come una delle più importanti rarità della filatelia classica internazionale. Prima di approdare all’Archivio storico Bolaffi, è appartenuta a grandi filatelisti e corse anche il rischio di essere distrutta: un procedente proprietario, infatti, doveva allestire una collezione completa di francobolli degli antichi Stati italiani, ma l’80 centesimi del governo provvisorio di Parma, usato sciolto, gli mancava; possedendo la busta, per un momento accarezzò l’idea di staccarlo dal documento, poi ci ripensò e si limitò a “finestrare” la busta nella pagina d’album.

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