Se il contagio vien dal mare

Se il contagio vien dal mare

di Giordano Gracco

sanitaNel maggio 1797 l’Austria prese possesso dei territori adriatici appartenuti alla Repubblica di Venezia e, nel gennaio dell’anno seguente, occupò la stessa città. Sia Venezia sia l’Austria prestavano grande attenzione alle questioni di sanità, attente a difendersi dal propagarsi dei contagi provenienti dall’Oriente, anche disinfettando le lettere. A Venezia esisteva un ufficio apposito, e un editto austriaco del 3 novembre 1803, volendo semplificare la distribuzione della posta, stabilì che «dall’Ufficio di Sanità verranno direttamente dispensate tutte le lettere e pieghi che, provenienti da qualsivoglia luogo, sì di libera, sì di sospetta pratica, gli verranno consegnati, ed esigerà per la dispensa il prezzo di soldi 6 per cadauna». In effetti era noto in quattro esemplari il bollo Lettere da mare 6, che si riferiva evidentemente a questo editto. C’era però il sospetto che fosse un bollo di fantasia, fino a che, agli inizi degli anni Novanta, in un archivio intonso (garanzia di genuinità), ne fu ritrovato un quinto: era apposto su una lettera da Dobrota, nelle Bocche di Cattaro, del 13 novembre 1805, diretta a Venezia.

 

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