74 vini e 74 francobolli per 15 regioni

74 vini e 74 francobolli per 15 regioni

di Francesco De Carlo

Agli italiani viene riconosciuto un innato senso del bello, quasi un marchio di fabbrica, tanto che l’aggettivo italiano e il logo made in Italy all’estero sono sinonimi di qualità. Tra i settori in cui il Belpaese primeggia c’è quello della food economy, grazie all’eccellenza delle materie prime, alle ricette e agli splendidi vini.

Che il settore viti-vinicolo sia florido lo si constata innanzitutto dai dati sulle esportazioni – dal +5,4% in Giappone al +71,5% in Russia nel primo quadrimestre 2013 – e dal fatto che a credere in chiave marketing nella bontà dei nostri vini – e nel lavoro delle nostre cantine – è stata anche l’Italia dei francobolli, che ha progettato un’emissione annuale dedicata ai vini docg (denominazione di origine controllata e garantita). 74 etichette e altrettanti dentelli suddivisi tra Piemonte (16), Veneto (14), Toscana (11), Lombardia (5), Marche (5), Puglia (4), Campania (4), Friuli-Venezia Giulia (4), Lazio (3), Emilia-Romagna (2), Umbria (2), Abruzzo (1), Basilicata (1), Sardegna (1) e Sicilia (1).

La prima uscita di questa serie per così dire enologica risale al 24 marzo 2012: quindici esemplari autoadesivi da 60 centesimi, suddivisi per regione d’origine. Per quest’anno l’uscita, inizialmente prevista in primavera, è slittata al 21 settembre. Nessun motivo particolarmente misterioso in questo ritardo se non, forse, che il cambio delle tariffe postali avviato il 1° gennaio ha costretto Poste e Poligrafico a riprogrammare l’emissione dovendo nel frattempo aggiornare anche il valore facciale dei francobolli, da 60 a 70 centesimi, utile a spedire lettere fino a 20 grammi per l’Italia. Certo, se si fosse pensato un po’ di più al mercato internazionale – in questo momento più generoso di quello interno – la tariffa di 85 centesimi per l’Europa avrebbe agevolato la circolazione del brand del vino italiano all’estero.

Francobollo vino Brunello di Montalcino

Come nella prima emissione, anche in quella di settembre c’è da assaporare (e attaccare sulle buste da lettera) altri quindici pregiati vini nostrani, originari di Campania, Piemonte, Veneto, Toscana, Puglia, Marche, Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Umbria. E qui tocca chiarire subito un arcano che ha scatenato qualche piccola polemica di natura campanilistica: come mai nella prima emissione sono stati celebrati i vini di solo quindici regioni e addirittura solo undici nella seconda? Sembrerebbero rimaste fuori cinque regioni: Valle d’Aosta, Liguria, Molise, Calabria e Trentino Alto Adige.

La spiegazione c’è: a ricevere questo tributo dentellato non sono i vini italiani in genere, ma solo quelli di origine protetta docg, e leggendo accuratamente il decreto ministeriale del 30 novembre 2011, si scopre che i 74 vini italiani docg appartengono esclusivamente alle quindici regioni sopra elencate. Inoltre ogni regione ha una quantità differente di vini aderenti al disciplinare docg, quindi Abruzzo, Basilicata, Sicilia e Sardegna (con un solo vino a testa) hanno esaurito la loro partecipazione alla serie enologica già con la prima emissione. In altre parole: nelle prossime uscite (è prevedibile che saranno cinque) compariranno più vini della stessa regione e nessuno delle altre.

Qualcuno dirà che, stante il gran numero di docg in loro possesso, regioni come Toscana, Veneto e Piemonte saranno più fortunate di altre. E allora perché non inventarsi una nuova serie, questa volta magari dedicata ai vini doc o igp dove presenziano tutte le venti regioni? C’è un problema: i primi sono ben 330 e i secondi 118. Troppi per finire… su francobollo.

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