Sordi e Charlot cattivi in filigrana

Sordi e Charlot cattivi in filigrana

di Claudio Baccarin

Chissà, forse davvero Charlot non era nato a Londra (come ha scritto nelle sue memorie) ma su un carrozzone gitano. Nel parco Black Patch di Smethwick, non lontano da Birmingham. La rivelazione l’ha fatta, nel febbraio 2011, il figlio Michael, durante la registrazione di un programma mandato in onda dalla Bbc Radio 4. La madre di Chaplin, Hanne Harriette Hill, ballerina e cantante di varietà, era la discendente di una famiglia di girovaghi, separatasi dal marito – che aveva un debole per l’alcol – quando il piccolo Charles junior aveva solo tre anni.

Comunque sia, Chaplin, stella di Hollywood spentasi la notte di Natale del 1977 a Corsier-sur-Vevey in Svizzera (dove ogni anno, a fine agosto, si tiene una corsa non competitiva all’interno del parco che gli è stato intitolato), era un vero cittadino del mondo. Tanto da trovare una “casa filatelica” in Val Camonica, nel cuore della Padania. Reca infatti l’indicazione 25041 Boario Terme l’annullo giorno di emissione che il 23 settembre 1989 ha salutato il francobollo italiano da 750 lire dedicato al centenario della nascita dell’attore e regista inglese. Disegnato da Rita Morena, il valore è stato prodotto in quattro milioni di esemplari.

Ma perché proprio Boario? Il Funny Film Festival di Darfo Boario Terme dedicò la quarta edizione (in calendario dal 23 al 27 settembre 1989) all’altro Chaplin. Ovvero al fratello maggiore Sidney (1885-1965), di cui vennero proposte sei comiche degli anni 1914-15. E ovviamente la manifestazione ne approfittò per celebrare il centenario di Charlot (cui Fabio Stassi ha dedicato un bel volume, edito da Sellerio, entrato nella cinquina del Campiello di quest’anno).

Nella prima edizione della rassegna bresciana, nel 1986, era stato incoronato “re della risata” lo stesso Sordi. Il quale, tre anni dopo, pagò volentieri dazio firmando l’articolo che compare nel bollettino illustrativo dell’emissione dedicata a Charlot (vincitore di tre Oscar, di cui due alla carriera). «Io credo – scrive Albertone, a sua volta immortalato (con Federico Fellini e Vittorio Gassman) sul foglietto uscito il 28 ottobre 2010 – di essere nato con Charlie Chaplin, come tutti gli italiani della mia generazione. Sono cresciuto con l’immagine di questo personaggio che, con i suoi film, non solo faceva ridere i bambini di quando bambino lo ero anch’io, ma si faceva anche ricordare una volta diventati adulti».

Nell’efficace articolo Sordi esprime anche le sue preferenze in ordine all’opera di Chaplin: «Luci della città lo ricordo in maniera particolare, perché ero molto bambino e mi rievoca soprattutto la mia infanzia. Ma credo che un film ancor più riuscito sia Tempi moderni, senz’altro un capolavoro. E poi non dimentichiamoci di Febbre dell’oro. Ecco, la scelta diventa difficile perché i personaggi che Charlot creava erano sempre eccezionali».

Ma cosa accomunava Sordi a Charlot? «È un certo qual fondo – confessa con grande sincerità l’attore romano morto dieci anni fa – di cattiveria. Nelle sue rappresentazioni, qualche spinta e qualche calcio allo stomaco Charlot li dava volentieri, e magari strappava di brutto il gelato dalle mani di un bambino. Un motivo di comicità: lo stesso per cui a volte io usavo le vecchiette… Quando l’antagonista di Charlot cade a terra, il pubblico non si chiede se si sia fatto male, ma ride. Come da copione». Il Funny Film Festival non ebbe lunga vita; dopo sei edizioni, nel 1992 fu sostituito dal Com & Com (Comedy and Comic Film Festival) diretto da Gino & Michele.

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