Un Fiume di francobolli per la città che fu italiana

Un Fiume di francobolli per la città che fu italiana

di Bruno Crevato-Selvaggi |

All’estremo lembo orientale della penisola italiana, dove l’arco alpino incontra il mare, si trova la città di Fiume, oggi la croata Rijeka. A ovest c’è la penisola istriana, a est il golfo del Quarnaro.

Fin dall’età medievale Fiume è stata possedimento asburgico; nel 1779 l’imperatrice d’Austria Maria Teresa, in considerazione della particolare condizione etnica, economica e culturale della città, le concesse lo status di corpus separatum, di fatto una larghissima autonomia civica. Quando nel 1867 l’impero si scisse, Fiume fu assegnata all’Ungheria.

Nella città, luogo di convivenza di varie etnie (tedesche, ungheresi, italiane e croate), gli italiani autoctoni erano l’assoluta maggioranza ed erano quelli che avevano contribuito a dare l’impronta culturale e commerciale più forte.

Per una serie di circostanze, tra il 1918 e il 1924 la città fu al centro dell’attenzione della politica internazionale europea e per quei cinque anni, fino al marzo 1924 (quando entrò a far parte del Regno d’Italia), ebbe un’interessante e tormentata storia filatelica.

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