di Simone Bertelegni

Nel 2015 ricorre il cinquantesimo anniversario dalla morte di Winston Churchill, icona della lotta al nazismo e leader degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale. Al suo funerale (30 gennaio) accorrono 112 capi di stato e le tv di mezzo mondo. Omaggio dovuto al primo ministro che ha guidato la Gran Bretagna durante la guerra totale a Hitler. Già protagonista nel conflitto del 1914-18, nel 1939-45 con la sua energia e la sua popolarità impersona la volontà di resistenza britannica al nazifascismo, e tesse alleanze e strategie che portano alla vittoria. Al termine della guerra, a sorpresa, perde le elezioni contro il laburista Attlee. Innumerevoli le emissioni a lui dedicate, dalla madrepatria alla, nientemeno, Germania (Ovest). Il suo nemico numero uno, Adolf Hitler, già protagonista di molti dentelli nel Reich e in paesi amici (come l’Italia), scompare dalla filatelia a partire dal 1946: nemmeno i paesi-rifugio dei nazisti in fuga osano ritrarlo. C’è però un foglietto della Guyana del 2005 (celebrativo del sessantesimo anniversario della fine del conflitto mondiale) che lo raffigura assieme a Neville Chamberlain in occasione degli inutili Accordi di Monaco del 1938.

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