Cosa succede in Crimea, postalmente

Cosa succede in Crimea, postalmente

di Francesco De Carlo 

Servizi postali attivi: posta in uscita e in entrata, ma passa per Mosca

Gli italiani, la Crimea se la ricordano bene. Già all’epoca delle repubblica marinare, la fertile penisola tra Ucraina e Russia, che si protende nel Mar Nero, era stata interessata da un flusso migratorio di genti italiche, ripreso in modo più sostenuto dal 1830, quando molte famiglie meridionali cercarono fortuna là. La Crimea però fu anche terra di morte per gli italiani del Regno di Sardegna, che insieme agli alleati ottomani, inglesi e francesi, tra il 1853 e il 1856, fecero guerra all’impero russo: da allora, nomi come Mar d’Azov, Sebastopoli, Kerch, Balaklava sono rimasti impressi nella memoria storica nazionale e anche in quella postale, dato che di quel periodo esistono numerose corrispondenze affrancate con francobolli sardi e annulli di posta militare, dirette ai nostri connazionali di stanza in Crimea (IC 4.16 pp. 4-9). Ricordi lontani, ravvivati allo scoppio della crisi militare tra Ucraina e Russia originata dal massacro del 20 febbraio 2014 di piazza Maidan a Kiev. Decine di morti e una escalation di eventi politico-militari hanno portato alla guerra nel Donbass tra ucraini e popolazione di origine russa e al referendum popolare del 16 marzo 2014, in cui con oltre il 97 per cento dei voti favorevoli, la Crimea ha deciso di tornare in seno alla Russia.

 

Ogni volta che c’è una crisi geopolitica i servizi postali fanno da cartina di tornasole: in Crimea, nei giorni immediatamente successivi al referendum, i servizi postali fino ad allora garantiti dall’operatore postale Ukrposhta vengono sospesi e inizia la guerra delle carte all’Upu. Da una parte l’Ucraina che informa gli stati membri che gli invii verso Crimea e Sebastopoli sono sospesi a tempo indeterminato, dall’altra l’operatore postale russo che informa di essere immediatamente disponibile e operativa a convogliare e consegnare la posta indirizzata in Crimea. Questo si traduce nella sospensione automatica dei canali postali diretti tra Crimea e i paesi alleati dell’Ucraina (quelli europei in testa), tuttora in vigore. In Crimea, nel frattempo, il consiglio di Stato della neonata repubblica aveva ottenuto il riconoscimento dalla duma russa, trasformandosi in distretto federale insieme alla città di Sebastopoli. Contestualmente aveva introdotto il rublo russo e cercato di mantenere operativi i servizi postali di base (pagamento delle utenze, invio di corrispondenza ma soprattutto il pagamento delle pensioni) attraverso Krympochta e Sevastopolpochta, gli operatori pubblici che avevano ereditato l’intera infrastruttura postale crimeana che fu di Ukrposhta.

 

Dal 1° aprile 2014, intanto, ecco arrivare da Mosca i primi francobolli russi, mentre diventa sempre più chiaro che è possibile inviare posta verso la nuova Crimea proprio attraverso l’operatore russo. Tuttora è sufficiente utilizzare i nuovi codici postali (che premettono un 2 rispetto ai precedenti) per spedire verso la Crimea. Anche dall’Italia. Sembra, che i francobolli ucraini siano stati tollerati fino al 1° gennaio 2015 e comunque nell’ambito del distretto, mentre la grivnia ukraina dovrebbe poter circolare liberamente fino alla fine di quest’anno, quando farà spazio al rublo. Intanto, a partire dal settembre 2014, i rapporti postali con la Russia si completano con l’assorbimento dei due operatori temporanei nella neonata Posta Crimea, di proprietà del ministero delle Comunicazioni russo che provvede a rinnovare le tecnologie, gli automezzi e pure il sito web www.crimea-post.ru.

 

Rispetto ad altri momenti storici, non c’è stato alcun accenno indipendentista dal punto di vista filatelico. Il 10 marzo 2015 la Russia ha emesso una speciale cartolina con il profilo della Crimea e i colori russi e il 27 maggio dello stesso anno due francobolli per celebrare la penisola e la città di Sebastopoli, dove il 5 maggio 2015 – si scopre sul sito dell’Agenzia filatelica nazionale Rusmarka – è stato aperto un negozio filatelico che affianca quelli nazionali di Mosca, San Pietroburgo, Novosibirsk, Ekaterinburg, Krasnodar, Khabarovsk e Nizhniy Novgorod.  

 

immagine francobolli russia


Un’operazione che ha il chiaro intento socio-politico di integrare la Crimea nella federazione ma anche di rispondere alla domanda dei collezionisti di quel paese che sono molto impegnati (come tutti i russi e in genere i collezionisti dei paesi ex-sovietici) nel cosiddetto fenomeno del post-crossing, ovvero lo scambio gratuito di cartoline illustrate.

 

 

 

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