Dal passato “in volo” verso un futuro ottimistico

Dal passato “in volo” verso un futuro ottimistico

Un numero del Collezionista ricco di ricorrenze e di novità, con l’auspicio che il 2023 porti buone notizie per la filatelia.

Di Giulio Filippo Bolaffi

L’anno in via di conclusione ha segnato il centoventesimo anniversario di un grande filatelista, del primo editore e direttore di questa rivista, di un valoroso partigiano e di un nonno: Giulio Bolaffi era infatti tutte queste cose contemporaneamente (cfr. pp. 32-35). La mia personale memoria torna indietro agli sfumati ma gioiosi ricordi di un nipote, che solo molti anni dopo ha compreso l’importanza del personaggio, soprattutto facendo – sebbene in epoche e con ruoli diversi – il suo stesso lavoro, quello del filatelista. L’indelebilità di mio nonno è ben presente ogni qualvolta mi capiti in mano un pezzo da lui firmato, che sempre, a prescindere dall’importanza, si caratterizza per l’estrema bellezza sia in senso visivo sia in senso tecnico. È il caso di tutti gli esemplari di posta aerea che recano la sua firma, specialmente il “Volo di ritorno”, grazie a lui diventato icona: non solo un pezzo che ha certificato, ma che ha anche lanciato commercialmente, ancora oggi pietra miliare della filatelia italiana e della posta aerea in generale. E proprio nell’anno che sta per iniziare si celebrerà il novantesimo anniversario dell’evento che ha portato alla nascita di questo francobollo, la Crociera del decennale di Italo Balbo. Un anniversario non perfettamente tondo, ma significativo, visto che la posta aerea italiana è forse la più ampia e variegata al mondo e proprio i pezzi di Balbo ne sono la quintessenza, oltre che i più ambiti dai collezionisti sia nostrani sia d’oltreoceano, a conferma del loro appeal internazionale. Ma il 2023 si presenta anche con due importanti novità istituzionali (cfr. pp. 3-7): un nuovo ministro dello Sviluppo economico (anche se adesso ha cambiato nome), Adolfo Urso, a cui farà capo la – ultimamente dimenticata – politica filatelica del nostro Stato. E un nuovo responsabile della divisione Filatelia di Poste italiane, Giovanni Machetti, che dopo un lungo periodo di reggenza da parte del precedente occupante, dovrà dimostrare, a differenza del suo predecessore, di avere a cuore la politica distributiva delle nuove emissioni, non solo fi nalizzata al risultato di breve periodo, ma anche alla visione di medio-lungo termine. Sia per il mantenimento dei resilienti collezionisti esistenti, senza bombardarli di nuovi prodotti privi di valenza collezionistica, sia per lo sviluppo di una nuova generazione di filatelisti da attrarre con modalità innovative, ma senza stravolgere le caratteristiche intrinseche del “prodotto francobollo”.

Il mio augurio di buon lavoro ai nuovi occupanti di queste due scomode poltrone, i cui incarichi sono comunque assai più leggeri se paragonati a quelli di coloro che hanno sorvolato l’oceano in idrovolante e di chi dopo la guerra si è rimboccato le maniche per rendere la filatelia italiana grande nel mondo.

Anche a tutti i lettori i migliori auguri di buon anno e di buon collezionismo.

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