Il ritorno di Pietro La Bruna

Il ritorno di Pietro La Bruna

di Domitilla D’Angelo

Dall’inizio dell’anno al timone della Filatelia di Poste italiane c’è Pietro La Bruna. Che nel mondo dei francobolli è tutt’altro che un novizio. Sia perché i francobolli li ha collezionati, sia perché dal 1998 al 2003 ha già lavorato nella divisione Filatelia, allora diretta da Marisa Giannini. Romano, cinquantaduenne, sposato e padre di due figlie di dieci e tredici anni, appassionato di sci e motori (si diletta con i kart) dal 2003 La Bruna ha percorso la sua carriera professionale nel settore Mercato privati (allora Rete territoriale), divenendo direttore della filiale di Terni (fino al 2006), responsabile supporto operativo dell’area territoriale centro (fino al 2008), direttore della filiale di Roma sud, e poi di Cagliari, e (dal 2012 al 2014) responsabile area territoriale Nord ovest (Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta). In questa intervista di inizio mandato delinea le sue prossime strategie.

 

Quale è stato il suo sentimento quando ha saputo della nomina a responsabile della Filatelia?

Grande soddisfazione. Per me è stato tornare a occuparmi di qualcosa che amo e che ha rappresentato, per il mio percorso professionale, una tappa fondamentale.

È collezionista?

Da bambino ho iniziato a collezionare i francobolli imparando a staccarli dalla corrispondenza che i miei genitori ricevevano. Alcuni esemplari mi colpirono per i colori e per gli argomenti trattati: uno su tutti, quello dedicato all’Unicef. Cartoline, lettere tutto passava per le mie mani. Per poter custodire adeguatamente i francobolli, ricordo di aver acquistato in un piccolo negozio di quartiere un raccoglitore e delle pinzette e di aver iniziato così a curare la mia prima collezione, avevo nove anni.

francobollo unicef

Quale è il suo mandato e come intende affrontarlo?

La mia missione è rilanciare la filatelia provando a interessare il mondo dei giovani dove il contatto con il francobollo è ormai quasi inesistente. E poi valorizzando gli sportelli filatelici e le professionalità interne all’azienda. Ho iniziato il mandato dedicando i primi giorni a un ascolto attivo. Nelle prossime settimane ho in programma una serie di incontri con i rappresentanti di tutti i settori che compongono il mondo della filatelia per poter comprendere meglio l’attuale situazione complessiva.

Come si colloca Filatelia all’interno del gruppo Poste italiane?

Con un ruolo di rilievo all’interno di una azienda che ha sempre ritenuto fondamentale coniugare la tradizione postale con l’innovazione tecnologica: la filatelia come “fiore all’occhiello” di una azienda moderna al servizio del Paese.

Poste intende rinegoziare il contratto di servizio e riorganizzare la distribuzione della corrispondenza postale, che era la mission per la quale era stata fondata oltre 150 anni fa. Quale sarà il ruolo del francobollo?

Il francobollo è e rimane l’elemento imprescindibile per un servizio come quello postale, che per Poste rappresenta non solo la storia ma anche il futuro. Nel piano d’impresa l’ amministratore delegato (Francesco Caio ndr) ha sottolineato l’importanza di rilanciare il comparto postale. E, scusi il gioco di parole: le Poste sono la posta.

Il francobollo, un tempo popolarissimo in tutti gli strati della società, soffre di un deficit di comunicazione. Ha già pensato a come rilanciarlo?

Oggi la comunicazione è l’elemento centrale per qualsiasi tipo di impegno o attività. Credo, quindi, che una corretta ed efficace comunicazione sia necessaria per tornare a parlare e far parlare del francobollo e non solo del francobollo.

L’anno scorso erano stati indetti gli Stati generali della filatelia, con il coinvolgimento dei principali attori del settore. Le interessa riprendere questa iniziativa?

Un rilancio vero e concreto della filatelia italiana non può che iniziare dal coinvolgimento di tutti gli attori che compongono questo complesso universo e, come dicevo, inizierò proprio incontrandone tutti gli stakeholder.

Da più parti si chiede che i francobolli italiani si rifacciano il look: soggetti più popolari e accattivanti, una grafica più moderna. C’è margine per poter fare meglio?

Insieme a tutti coloro che come me amano la filatelia e insieme al ministero dello Sviluppo economico proveremo a immaginare alcuni argomenti e alcuni temi che, con una adeguata grafica e un look appropriato, possano avvicinare e appassionare i giovani e – perché no? – anche i meno giovani al mondo del francobollo come accadde a me tanti anni fa.

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