Il Grande Dubbio

Esserci o non esserci in questo mercato dei francobolli, questo è il dilemma.

di Giulio Filippo Bolaffi

Se per l’Amleto shakespeariano del 1600 il dilemma era vivere soffrendo oppure ribellarsi con il rischio di morire, di fronte alla gravissima emergenza causata dal covid-19 un Amleto filatelista del 2020 si trova a fronteggiare un dubbio simile. Infatti la pandemia di quest’anno ha reso incerte la vita delle persone e la sopravvivenza di molte attività commerciali. Fra queste anche quelle legate al mondo dei francobolli che, si sa, conta appassionati di età piuttosto avanzata, quindi soggetti a un fattore di rischio più elevato, almeno nella versione primaverile del virus.

Durante il lockdown siamo stati privati della possibilità di spostarci anche solo di poche centinaia di metri, se non per fare poco più che la spesa: la frequentazione dei negozi filatelici, i raduni nei circoli o la partecipazione alle fiere di settore erano impensabili. Inoltre il danno economico che il virus ha causato nelle tasche degli italiani, proporzionalmente allo status finanziario di ciascuno, ha ridotto la disponibilità economica per le spese non strettamente necessarie, tra le quali quelle per soddisfare passioni personali come la filatelia.

Il dubbio amletico sembrerebbe quindi risolversi nella rassegnazione a un’ulteriore “mazzata” al mondo filatelico, che subirebbe un’accelerazione nel calo degli appassionati e degli addetti ai lavori… Però un’attenta osservazione dei fatti ha evidenziato alcuni aspetti che, nella cornice di un dramma mondiale, inaspettatamente rappresentano un rovescio della medaglia positivo per la filatelia. L’obbligo di stare confinati a casa ha offerto a molti l’occasione favorevole per dedicarsi ad attività prima trascurate proprio per mancanza di tempo o concentrazione. E ancora: i timori per gli sviluppi della congiuntura economica ha indotto molti soggetti a rifugiarsi nei porti sicuri degli investimenti tangibili che già conoscono. In questo è emersa la tecnologia che, per quanto limiti un po’ il traporto emozionale, ha messo a disposizione molti sistemi per continuare a fare shopping on line, chiedere valutazioni a distanza o semplicemente confrontarsi tra persone accomunate dagli stessi interessi. Senza neppure spostarsi dal proprio salotto.

Ebbene, chi ha saputo osservare queste opportunità durante il lockdown ha colto una filatelia dinamica. Molti collezionisti già attivi hanno deciso di soddisfare la propria “golosità” filatelica comprando più del solito. Altri, che si erano assopiti, hanno finalmente trovato il tempo per rispolverare la loro vecchia passione e mettere ordine negli scaffali. Alcuni, che vivono i francobolli anche come un asset patrimoniale, hanno scelto di investire nuove risorse nei fedeli dentelli per tutelarsi da altri cali borsistici o future tasse patrimoniali. Da parte loro i commercianti dotati di strutture a distanza, e-commerce o per corrispondenza, hanno potuto “cavalcare l’onda” continuando l’attività e scoprendo pure molti nuovi clienti. Quindi, l’Amleto dubbioso del 2020 può intravvedere uno spiraglio positivo, forse addirittura una rivincita della filatelia? L’unica evidenza è che mai come ora sul fronte dell’approvvigionamento si nota scarsità di materiale di qualità: un problema cronico della filatelia contemporanea, oggi accentuato dalla difficoltà dei commercianti di spostarsi in l’Italia e nel mondo per scovare materiale “fresco” ed esaminare i pezzi di persona i pezzi a offrire alla propria clientela.

A settembre tante attività commerciali non stanno tirando più su la serranda. Le motivazioni sono le più diverse ma tutte accumunate dalla prima interpretazione del dubbio amletico. La Bolaffi invece risponde diversamente e vedrà la sua bandiera continuare a sventolare forte, con le vetrine dei negozi belle luccicanti e tutti i funzionari commerciali pronti nelle loro auto ad andare a trovare clienti e venditori. Perché noi ci siamo dal 1890 e, anche con il covid-19, continueremo a esserci.

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