Rosa Franzelin Werth la casalinga di Bolzano

Rosa Franzelin Werth la casalinga di Bolzano

di Claudio Baccarin

Rosa-Franzelin-Werth-webAveva brevettato una variante da urlo nella ricetta della Sachertorte o aveva scoperto come eliminare definitivamente i cattivi odori dal frigorifero? Insomma, perché il 14 febbraio 1994 Rosa Franzelin Werth vide tradurre in francobollo tricolore da 750 lire, prodotto in tre milioni di esemplari, la sua idea di rivalutare il lavoro della casalinga?

All’epoca la Franzelin Werth era la presidente dell’Associazione professionale delle casalinghe nella Provincia autonoma di Bolzano; nel governo guidato dal tecnico Carlo Azeglio Ciampi, ministro delle Poste e telecomunicazioni era invece Maurizio Pagani, esponente del Partito socialdemocratico italiano (Psdi). L’emissione avvenne, tra l’altro, in piena campagna elettorale giacché il 16 gennaio Ciampi aveva rassegnato le dimissioni e tre giorni dopo il presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, aveva sciolto le Camere; il 27-28 marzo Silvio Berlusconi avrebbe sconfitto la “gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto. Ministro delle Poste e telecomunicazioni, in quel febbraio 1994, era il socialdemocratico Maurizio Pagani. Il compito di presentare alla stampa l’emissione fu affidato al sottosegretario Ombretta Fumagalli Carulli, esponente Dc, che sarebbe diventata sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, in quota Ccd, nel primo governo Berlusconi.

“All’onorevole ministro delle Poste ingegner Maurizio Pagani e alle Poste italiane”, scriveva Rosa Franzelin Werth nel bollettino illustrativo dell’emissione, caratterizzata dallo slogan “casalinga una presenza che conta”, “va un ringraziamento per l’accettazione della mia proposta di inserire nel programma di emissione di francobolli per il 1994 la realizzazione di un francobollo in onore della casalinga”.

“La donna casalinga”, aggiungeva con grande efficacia Rosa Franzelin Werth, “deve essere polivalente: oggi accudisce un neonato, domani si trasforma in psicologa dell’adolescenza, al mattino donna delle pulizie, cuoca, sarta, al pomeriggio dà ripetizioni ai figli, dev’essere infermiera, assistente agli anziani e portatori di handicap e così via”.

Sarebbe sbagliato però pensare a Rosa Franzelin Werth come a una massaia impegnata tutto il giorno tra pentole ed elettrodomestici, ancella del focolare in adorante attesa del rientro del consorte.

Nata il 7 gennaio 1940 a Cornaiano, il villaggio più soleggiato del comune di Appiano sulla strada del vino, residente a Lana, coniugata, due figli, frau Rosa si era formata professionalmente nel settore del commercio. Ma nel 1969 era già nel consiglio comunale di Lana Rosa Franzelin Werth; nel  1973  l’elezione nel Consiglio provinciale di Bolzano.

Eletta nella lista della Sudtiroler Volkspartei come esponente del Kvw (il Centro emigrati sudtirolesi, oggi Sudtirolesi nel mondo, associazione – integrata nelle Acli – di cui è ancor oggi vicepresidente), dal 1973 al 1988  Rosa Franzelin Werth è stata ininterrottamente componente dell’ufficio di presidenza del Consiglio provinciale di Bolzano.

Dal dicembre 1988 al giugno 1991 ha svolto le mansioni di  presidente del Consiglio provinciale, di cui è stata vicepresidente dal giugno 1991 al dicembre 1992. In seguito è stata vicepresidente della terza e quarta commissione legislativa del Consiglio provinciale e componente della seconda commissione legislativa del Consiglio regionale.

Cofondatrice dell’ala sociale (Arbeitnehmer) della Svp, dal 1992 al 2005 ha assolto con grande impegno le funzioni di presidente dell’Istituto provinciale dell’Istituto provinciale per l’edilizia sociale di Bolzano, consegnando la bellezza di 6 mila appartamenti ad altrettante famiglie. Forte della sua esperienza, ha anche pubblicato un prezioso vademecum dell’edilizia, “Passo passo verso la casa in proprietà”. Perché senza casa non c’è casalinga…

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