Livio Berruti sul collezionismo

Livio Berruti sul collezionismo

Occhiali scuri e calze bianche, medaglia d’oro e record del mondo; primo italiano, primo europeo a conquistare il podio olimpico nelle discipline veloci. È Livio Berruti (Torino, 19 maggio 1939), campione in pista, modello nella vita.

di Domitilla D’Angelo

L’esatta sequenza di quegli indimenticabili 20,5 secondi a Roma 1960: la partenza esplosiva, l’eleganza senza sforzo apparente, il volo augurale dei colombi, il taglio del traguardo (quando il traguardo era un filo di lana bianco), la gioia esaltante e misurata. Occhiali scuri e calze bianche, medaglia d’oro e record del mondo; primo italiano, primo europeo a conquistare il podio olimpico nelle discipline veloci. È Livio Berruti (Torino, 19 maggio 1939), campione in pista, modello nella vita. Berruti non è rimasto ancorato a quell’impresa – anche se sarebbe stato facile –, ha continuato a raccogliere successi, negli studi, laureandosi in chimica, e nel lavoro, curando le relazioni esterne di Fiat. Nel 2006 è stato portabandiera azzurro durante la cerimonia di chiusura dei giochi olimpici a Torino e nel 2008 è stato insignito del premio Fairplay. Agonismo e onestà, prima di tutto.

Colleziona? Da ragazzino avevo tre passioni: francobolli, monete e macchine. Delle macchine conoscevo a menadito le caratteristiche tecniche. Le monete e i francobolli li collezionavo attratto più dal loro aspetto estetico che dal valore reale. Se nel tempo non ho continuato è forse perché anche lì sono stato uno sprinter e mi è mancato lo spirito paziente del mezzofondista.

Cosa è il collezionismo? È una passione avvincente, culturale, che stimola domande sulla natura dell’oggetto collezionato: sulla sua provenienza, sul suo significato, sulla tecnica con cui è stato prodotto…

Le qualità positive del collezionista… Costanza, tenacia e, soprattutto,  curiosità. La curiosità, per me, è l’elemento determinante per valutare la giovinezza di una persona.

E le negative… Collezionare fa perdere molto tempo, le ore passano senza che tu te ne accorga.

Che valore attribuisce alla filatelia? Ha un vantaggio cromatico che tutte le altre raccolte non hanno.

Un suo ricordo personale legato a un francobollo? Da ragazzino mi colpivano molto le emissioni a tema zoologico, le osservavo fin nei minimi dettagli e cercavo nelle vignette un riscontro alle informazioni che avevo.

Che valore ha la moneta? Ogni moneta, rara e non, di qualsiasi parte del mondo, offre riferimenti storici ben precisi; collezionarle impone di seguire una rigorosa linea di pensiero e di approfondimento culturale.

Un suo ricordo personale legato a una moneta?  Da bambino ne avevo diverse, erano belle esteticamente ma non avevano grande valore. Tenevo in particolare a quelle di epoca romana, uno degli argomenti più coinvolgenti per i ragazzi.

Riempire le caselle vuote è come una competizione. Cosa si prova? È una sfida non tanto con gli altri, quanto con se stessi, per arrivare alla completezza della raccolta. Mentre in gara il traguardo ce l’hai davanti, nel collezionismo si sposta sempre più in là. In entrambi i casi, il raggiungimento della meta dà delle soddisfazioni edonistiche. E, in fondo, è una forma di narcisismo.

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