Troppo alti gli alti valori per Kenya e Uganda

Troppo alti gli alti valori per Kenya e Uganda

Nel 1895 l’Uganda, diventata protettorato britannico nell’anno precedente, iniziò a emettere francobolli propri. Nel 1903, dopo l’unione postale con l’Africa orientale britannica, in tutta l’area entrarono in uso esemplari con la dicitura East Africa and Uganda Protectorate. Nel 1920 l’Africa orientale britannica fu organizzata in colonia con il nome di Kenya, pur continuando l’unione postale con l’Uganda. Fra il 1922 e il 1927 per i due territori furono emessi ventotto valori con la dicitura Kenya and Uganda e una vignetta graficamente semplice ma gradevole: un ovale con il profilo del re Giorgio V su uno sfondo floreale. I facciali erano in centesimi, scellini e sterline (i valori in centesimi e scellini erano monocromatici, quelli in sterline erano bicolori, per evitare falsificazioni).uganda1

La serie fu preparata dalla casa De La Rue in fogli da sessanta esemplari, su carta con filigrana corone multiple e la sigla CA. Furono previsti anche valori con facciali molto alti, di cui non c’era necessità postale ma erano destinati (come d’uso per i francobolli britannici) ad assolvere necessità fiscali. Si trattava dell’1, 2, 3, 4, 5, 10, 20, 25, 50, 75 e addirittura 100 sterline. Valori elevatissimi per l’epoca, quando bastava 1 penny per affrancare una cartolina e una sterlina ne conteneva 240. Per questo motivo quei francobolli furono prodotti in quantità limitatissima e i valori più alti, allo stato di nuovo, sono grandi rarità della filatelia internazionale del Novecento, noti in rari esemplari, fra cui la serie completa, particolarmente fresca e con bordo di foglio e numero di tavola, appartenente alla collezione Arthur Maury (stimata è di 300mila euro). Alla quale appartiene anche il valore da 100 sterline, annullato con bollo fiscale (il francobollo non poteva naturalmente avere un uso postale). Arthur Maury (1844-1907) fu un eminente filatelista francese, che fondò un’importante casa commerciale, pubblicò cataloghi, riviste e monografie filateliche. La sua raccolta fu proseguita dai suoi successori e nel 2010 ne venne esposta una selezione, dedicata ai gioielli filatelici dell’Africa, al Museo postale francese a Parigi.

Commenti