Finalmente italiane le altre due Venezie

Finalmente italiane le altre due Venezie

DI GIORDANO GRACCO |

Dopo quattro anni di sanguinosissime lotte, il 3 novembre 1918 si concludeva la Prima guerra mondiale. L’Italia ne usciva ampliata e finalmente completata, con l’attribuzione di ampi territori sottratti alla vicina Austria: Venezia Tridentina con Trento e Bolzano; Venezia Giulia con Trieste, Gorizia, Pola e poi Fiume, oltre alla Dalmazia con Zara. In accordo con le clausole dell’armistizio, fino al cambio di sovranità l’amministrazione delle nuove regioni doveva svolgersi secondo l’ordinamento precedente. E così avvenne. Il servizio postale, fondamentale per riannodare i rapporti umani ed economici sfilacciati dal conflitto bellico, continuò quindi a svolgersi secondo le modalità austriache, ma il simbolo più appariscente della nuova sovranità italiana – il francobollo – cambiò subito, prima ancora della moneta. Non era infatti accettabile mantenere in vigore i francobolli emessi dall’amministrazione precedente, con l’effigie dell’imperatore Carlo (sul trono dal 1916) e l’aquila bicipite asburgica. Ma, prima di sostituirli con esemplari italiani, nelle due Venezie si soprastamparono temporaneamente i valori ordinari austriaci con le indicazioni Regno d’Italia Venezia Giulia 3.XI.18 e Regno d’Italia Trentino 3 nov. 1918. L’11 novembre 1918 le due serie uscirono nei rispettivi territori: comprendevano i tagli – in moneta austriaca – da 3 heller fino a 4 corone. Della serie faceva parte anche un alto valore, il 10 corone, poco distribuito e poco usato, ma anche questo fu sovrastampato con la rivendicazione della sovranità italiana nelle due regioni, anche se in quantità minima. I due tagli sono rarità di primo piano della filatelia italiana.

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