Miss Godsiff Kalahari Oldsmobile

L’amore oltre il deserto

di Fabio Vaccarezza |

Il deserto del Kalahari è una distesa di oltre 500mila chilometri quadrati di sabbia si estende fra Repubblica Sudafricana, Namibia e Botswana. Kalahari, in idioma locale, significa ‘la grande sete’.

Oggi è attraversato in parte dall’autostrada che unisce Windhoek, in Namibia, e Johannesburg, in Sudafrica: circa dodici ore di viaggio. Negli anni Venti del secolo scorso solo pochi potevano immaginare di percorrere il Kalahari in automobile.

Il 23 novembre 1929, quando la Namibia e la Botswana si chiamavano ancora West Africa e Bechuanaland, due agenti della General Motors sudafricana decisero di tentare l’impresa a bordo di una Oldsmobile, produzione statunitense del gruppo General Motors. Carica di viveri e bevande, utensili e benzina, e con la scritta Kalahari Oldsmobile impressa sulle fiancate, l’auto partì. A bordo Donald Bain, Wilfred Cassere con l’ambizione di essere i primi a compiere l’attraversamento in auto del deserto.

In sei giorni e 1.126 chilometri arrivarono a destinazione, non senza difficoltà. Un vero successo. La notizia ebbe eco mondiale, se è vero che perfino il giornale australiano Brisbane Courier la riprese il 27 maggio 1930, con tanto di foto dei due piloti all’arrivo nel villaggio di Ghanzi. Quella spedizione, che rientra di diritto nella storia del pionierismo automobilistico, ebbe anche romantici risvolti filatelico-postali.

Kalahari Oldsmobile Bain Cassere

Nel villaggio di Ghanzi viveva miss Godsiff; nella cittadina di Kalk Bay, distante 210 miglia all’estremità orientale del deserto, abitava il suo innamorato. I loro rapporti erano soprattutto epistolari, ma il servizio postale dell’epoca era lento e discontinuo: da Gobabis, dopo aver ricevuto il timbro Gogabis S.W. Africa, le lettere venivano prese in carico dal postino locale, che a dorso di mulo, raggiungeva Ghanzi in un mese. Era lo stesso percorso seguito anche dai rifornimenti alimentari, che però viaggiavano su carri trainati da buoi. I ritardi nell’arrivo dei rifornimenti gettava nel panico la comunità di Ghanzi; il ritardo nell’arrivo delle lettere prostrava invece miss Godsiff.

Nel novembre 1929 si era diffusa la voce che una spedizione automobilistica sarebbe transitata da Gobabis e Ghanzi, per proseguire fino a Johannesburg. I residenti chiesero l’attivazione di un dispaccio speciale che sfruttasse l’automobile di Bain e Cassere. Il direttore delle poste di Gobabis, un certo mr. Scott, approntò uno speciale timbro tondo – Oldsmobile Kalahari mail 23 Nov. 1929 – che, insieme al bollo di transito apposto al verso, stampigliò sul retro della cinquantina di lettere che fece caricare sull’auto. Fra queste anche quella per miss Godfiss, che portava già il timbro della Kalahari Mail e l’annullo di partenza da Kalk Bay.

Miss Godsiff Kalahari Oldsmobile

Il giorno dopo il sacco postale arrivò a Ghanzi. Ad attendere la spedizione i tre maggiorenti del paese: il sergente Campbell, responsabile della Camel and Ox Police (il servizio di polizia con cammelli e buoi), il giudice W.E. Ellam e il dottore nonché direttore dell’ufficio postale Boyle. Boyle prese in carico le poche buste dirette a Ghanzi, le separò da quelle destinate a Johannesburg e le recapitò ai destinatari. Sarà stata la trepidazione di leggere subito il contenuto della lettera che fece strappare malamente la busta alla giovane Godsiff?

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