Via il segreto sulle stragi

Via il segreto sulle stragi

DI CLAUDIO BACCARIN  @ClaudioBaccarin  |

Non fece sconti Paolo Bolognesi, ora deputato del Partito democratico e componente della commissione Difesa. Il 2 agosto 2006, nell’articolo pubblicato sul bollettino illustrativo del francobollo commemorativo delle vittime della strage di Bologna, il presidente dell’Associazione 2 agosto 1980 spiegò perché l’emissione fosse arrivata allo sportello 26 anni (e non 25) dopo il tragico evento.

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«In occasione del 25° anniversario, tra le varie iniziative – puntò il dito Bolognesi – vi fu quella, ideata dal prof. Ferrino Fanti, di bandire un concorso, dal titolo “Un attimo vent’anni” che coinvolgesse scuole di settore, italiane e straniere, per elaborare un bozzetto per l’emissione di un francobollo commemorativo. Purtroppo l’allora Governo di centrodestra (il terzo esecutivo Berlusconi, ndr) non supportò questa iniziativa e fummo costretti a sostituirlo con un francobollo erinnofilo. Quest’anno – continuò Bolognesi – la sensibilità del nuovo Governo (guidato da Romano Prodi, ndr) ci ha permesso di realizzarlo, dimostrando di non voler dimenticare una delle pagine più tristi e buie del nostro dopoguerra». Quella bomba, scoppiata alle 10.25 di sabato 2 agosto 1980, nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna, aveva causato 85 morti e 200 feriti. Il 1° giugno 1981 si costituì l’associazione tra i familiari delle vittime della strage. Il 16 settembre 2006 entrò nell’album tricolore anche il francobollo commemorativo di tutte le vittime del terrorismo .

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«Si vuole testimoniare – scrisse l’allora ministro dell’Interno Giuliano Amato (oggi giudice della Corte costituzionale) – che le stragi e gli attentati sono ancora vivi nella nostra memoria, che ieri come oggi in Italia, in Europa, nel mondo quei morti e quelle paure non devono essere dimenticati e rappresentano un monito alle nostre coscienze». Un’affermazione che ora trova un preciso riscontro nella direttiva, firmata il 22 aprile dal presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, che dispone la declassificazione degli atti relativi ai fatti di Ustica (1980), Peteano (1972), Italicus (1974), Piazza Fontana (1969), Piazza della Loggia (1980), Gioia Tauro (1970), stazione di Bologna (1980), Rapido 904 (1984). In un tweet Renzi ha spiegato che «il Governo ha declassificato i documenti su alcune delle pagine più oscure della storia italiana». Le carte verranno riversate secondo un criterio cronologico, dalla più datata alle più recenti, superando l’ostacolo posto dal limite minimo dei 40 anni previsti dalla legge prima di poter destinare all’Archivio Centrale un documento sottoposto a classificazione riservata. In questa logica acquista quasi il valore di uno stimolo ulteriore, sulla strada della ricerca della verità in ordine ai tanti segreti italiani, la decisione del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi di dedicare un francobollo, in vendita dal 28 maggio, alla commemorazione della strage di piazza della Loggia a Brescia, avvenuta nel 1974 (una bomba piazzata in un cestino esplose alle 10.12 uccise otto persone e ne ferì 108), che tuttora risulta senza colpevoli: tutti gli imputati sono stati assolti. L’immagine del francobollo è stata scelta fra le tre presentate da Aske: una rete di imprese bresciane della comunicazione, di cui è anima il creativo Renato Borsoni, il quale ha disegnato il logo del quarantennale. Il valore sarà appiccicato, in primis, sulle cartoline (in vendita libera a un minimo di cinque euro) realizzate dall’associazione Casa della memoria per riaccendere l’attenzione sul 28 maggio 1974 e per finanziare il progetto di 430 formelle (una per ogni vittima del terrorismo) che costituiranno a Brescia il “Percorso della memoria”.

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