Il Maxi Giro che non c’è stato

Il Maxi Giro che non c’è stato

Doveva essere una congiunta a tredici voci quella dedicata alla sostenibilità ambientale. E invece…

Di Marco Stella

Se l’edizione 2020 di Milanofil non fosse inciampata nella pandemia di coronavirus, trascinando con sé anche tutte le altre iniziative collegate, probabilmente ci sarebbe stata una maxi congiunta a tema ambientale, anche se, a dar retta alle adesioni che si dice fossero state raccolte, il risultato finale sarebbe stato simile a uno di quei “giri” che furoreggiavano negli anni Sassanta. Sul tipo, per intenderci, dell’Anno del rifugiato. Ma le cose sono andate diversamente e quella che avrebbe dovuto essere una delle attrazioni, se non l’attrazione, della manifestazione filatelica milanese organizzata da Poste italiane, è finita nel quasi totale oblio. Con i promotori che ora quasi la rinnegano. Pensata e ideata nel novembre 2019, nell’ambito di Veronafil, con la convinta ed essenziale benedizione dell’Ufficio filatelico delle Nazioni Unite [1] che aveva messo a disposizione l’immagine, l’iniziativa traeva la sua ispirazione da Actnow, la campagna di azione per il clima, una sorta di chiamata universale – fanno presente all’amministrazione delle poste Onu di New York – all’azione del singolo contro i cambiamenti climatici. Sotto forma di decalogo ambientalistico l’emissione, un foglietto destinato ai paesi partner dell’iniziativa, proponeva una guida in dieci punti: fai la doccia in cinque minuti, usa meno l’auto, riduci il consumo di carne, mangia prodotti locali, ricicla, spegni le luci, stacca le spine, riempi e riusa, moda senza sprechi, usa la tua busta (anche se in un contesto postale borsa sarebbe stato più comprensibile). Pur comunicato attraverso inserzioni pubblicitarie, il progetto è stato avvolto in una incomprensibile riservatezza. Stando alle notizie ufficiose, sarebbero state tredici le nazioni ad aver aderito all’iniziativa: Albania, Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Croazia, Italia, Kyrgyzstan, Malta, Nazioni Unite (New York), San Marino, Smom, Slovacchia e Vaticano. Secondo altre fonti l’elenco avrebbe incluso enti emittenti che avevano manifestato disponibilità a esaminare il progetto, non già a farlo proprio. Comunque sia, all’appuntamento del 27 marzo solo alcuni sono arrivati, alla spicciolata e con realizzazioni non del tutto in armonia con il progetto iniziale. È stato per esempio il caso della Croazia, che dal decalogo ha estratto, mantenendo la vignetta laterale, solo il francobollo con l’omino che, presumibilmente lasciata in garage l’automobile, si muove in bicicletta [2].

In tariffa A (3,10 kune), il francobollo croato, impaginato da Nataša Odak e tirato in centomila esemplari, è riunito in fogli da venti: dieci francobolli, altrettante bandelle. Pur mantenendo l’impostazione del foglietto e tutte le immagini proposte (eliminando tuttavia le bandelle), sia San Marino [3] sia la Slovacchia [4] hanno deciso di attribuire dignità postale, attraverso la presenza del nome dell’emittente e il valore facciale (rispettivamente 2,50 e 1,70 euro), alla sola immagine della bicicletta. Messo in pagina dal grafico locale Adrian Ferda, il francobollo slovacco ha avuto due edizioni: in foglio da trenta, tirato in 300 mila esemplari, e in foglietto prodotto in 20 mila pezzi. Una differenza, assicura il direttore della filatelia delle poste slovacche Vančo Martin, adottata per «chiare ragioni economiche, perché produrre l’intera tiratura prevista in soli foglietti avrebbe comportato costi significativamente più elevati.

Per parte sua il foglietto presenta un aspetto interessante: la dicitura, in lingua slovacco e italiano – Emissione congiunta con Italia Milanofil 2020 – svela in un certo qual modo il “mistero” che si celava dietro a quello che in origine sembrava poter essere un progetto kolossal, ma ridotto a poche testimonianze giunte agli sportelli della posta più che altro perché in corso di stampa o già stampate. Resta il punto di domanda rappresentato dalla Bielorussia, che nel suo sito ha in programma l’emissione per settembre. Costosetto infine (12 dollari) il contributo delle Nazioni Unite di New York [1]. Non un’emissione vera e propria bensì un foglio personalizzato con il decalogo naturalistico originale incluso nel filone Grandi eventi. Per il resto ognuno è andato per conto proprio. L’Italia, che pure si era fatta capofila dell’iniziativa, tanto da fornire a San Marino il bozzetto ottimizzato dal centro filatelico del Poligrafico, si è poi fatta da parte. Il proprio contributo alla Sostenibilità ambientale, voce della serie tematica Senso civico, è rimasto in calendario fino al 3 luglio, dopodiché è stato depennato. Il 24 ottobre le Nazioni Unite avranno comunque l’omaggio postale italiano, ma per i 75 anni della loro fondazione. Per un’eventuale pluricongiunta se ne parlerà, forse, a Milanofil 2021.

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