Flavio Zanonato fra high tech e francobolli

Flavio Zanonato fra high tech e francobolli

Intervistato dal Collezionista a meno di una settimana dall’insediamento, il neoministro dello Sviluppo economico (dicastero competente anche per le emissioni filateliche) racconta qualcosa di sé e del suo rapporto con lettere e francobolli

di Claudio Baccarin

Doveva essere un tranquillo weekend di relax in montagna, a cavallo tra Festa della Liberazione e Primo Maggio. E invece ci ha pensato il premier Enrico Letta, sabato 27 aprile, a sconvolgere la vita di Flavio Zanonato, sessantaduenne esponente del Pd, che ad Agordo (località bellunese cara pure a Claudio Baglioni, che le ha dedicato una canzone) trascorre da sempre le ferie e i momenti di pausa. «Lella – ha detto alla moglie – dobbiamo tornare subito a Padova, mi hanno fatto ministro dello Sviluppo economico. Devo giurare al Quirinale».

L’ufficio di via Veneto (che al momento del passaggio delle consegne con Corrado Passera Zanonato ha subito fotografato e postato su Facebook) è il coronamento di una carriera prestigiosa e non priva di momenti difficili. Toccò proprio a Zanonato, allora segretario provinciale del Pci, sul palco di piazza dei Frutti, il 7 giugno 1984, presentare alla folla Enrico Berlinguer, che quella sera tenne l’ultimo comizio prima di essere colpito dall’ictus fatale. Consigliere comunale a Padova dal 1975 e successivamente sempre rieletto, poi responsabile nazionale del settore Immigrazione ed emigrazione, diventò vicesindaco della giunta Dc-Pds nel giugno 1992 e sindaco il 1° febbraio 1993. Eletto primo cittadino direttamente nel maggio 1995, venne sconfitto al ballottaggio da Giustina Mistrello Destro nel 1999. L’anno successivo si consolò entrando nel consiglio regionale del Veneto, nella lista dei Ds, con il record di preferenze (18.526). Nel 2004 si prese la rivincita con la Destro tornando a vestire la fascia tricolore. Nel 2009 si è confermato sindaco al ballottaggio, superando l’olimpionico della sciabola Marco Marin (ora senatore del Pdl). A lungo vicepresidente dell’Associazione nazionale comuni italiani, ha gestito la delega alla Sicurezza urbana e all’Immigrazione. Ora, a Padova, ha passato il testimone al vicesindaco Ivo Rossi.

 

Ministro Zanonato, ora lei è anche il “ministro dei francobolli”. Colleziona qualcosa?

Io colleziono libri. In particolare mi interessano i libri di scienza, in tutti i suoi vari aspetti. Una consistente parte della mia biblioteca è dedicata ai volumi di storia. Poi ci sono i classici, la filosofia, la religione, la saggistica. Ovviamente la politica, che ha seguito un po’ tutta la mia carriera.

Quanti sono complessivamente i suoi volumi?

All’incirca ottomila. Mi ero ripromesso di catalogarli ma adesso non ho proprio tempo a disposizione, magari troverò qualcuno che lo faccia per me. Mi capita infatti di ricomprare dei libri che non riesco a rintracciare a casa. E se me ne mancano, sono “costretto” a cercarli finché non li trovo.

Lei è un appassionato di nuove tecnologie: comunica con sms e  mail, posta spesso su Facebook e Twitter. Ma le piace ancora spedire lettere e cartoline?

Sì. Mi piace sia spedire la posta sia riceverla. Quando trovi una cartolina nella buca delle lettere, significa che qualcuno si è ricordato di te. Qualche settimana fa sono stato a Boston e a New York e ho scritto una quarantina di cartoline. Il problema, però, è che non sono riuscito a trovare i francobolli per affrancarle. Ho girato in lungo e in largo l’aeroporto Kennedy a New York, ma niente da fare.

siracusana1 E allora cosa ha fatto?

Morale della favola: le cartoline me le sono portate a casa. Poi sono andato dal tabaccaio e ho comprato i francobolli. Però mi ha colpito il fatto che nessuno dei destinatari abbia osservato che i francobolli erano italiani. Forse non sono più riconoscibili come un tempo. Un tempo uno vedeva una testa turrita e capiva subito che si trattava di un francobollo italiano.

Quindi lei osserva i francobolli quando li trova appiccicati su una busta?

Certo, il francobollo è una finestra aperta sul mondo, su una montagna di cose che accadono. È il segno dell’unità di un paese. Da sindaco ogni tanto mi è capitato di ricevere in dono qualche francobollo. Mi piace osservare come sono incisi, il segno grafico.

L’attuale serie ordinaria, quella con la busta che vola, le piace?  

Io ho un rapporto un po’ “fatalista” con i francobolli. Mi piacciono quelli dedicati ai fiori, specie quelli di montagna, agli animali, alle opere d’arte. Ma se cominciassi una collezione a tema, che so, sugli animali, sarebbe un problema: dovrei averli tutti, perché se avessi quello con l’elefante, non potrei non avere lo scarabeo. Però se ho dei pezzi da collezione che possono interessare agli altri, non li butto mai via; se so che un’altra persona può apprezzare una cosa, cerco sempre il modo di regalargliela.

Il suo mandato è iniziato, il 2 maggio, con l’emissione dedicata all’inizio del pontificato di papa Francesco, il cui bollettino illustrativo, come ministro dello Sviluppo economico è stato firmato dal suo predecessore, Corrado Passera.

Beh, l’emissione era stata predisposta precedentemente.

Sul tavolo da ministro lei troverà la proposta del presidente dell’Unione stampa filatelica italiana, Danilo Bogoni, di dedicare un francobollo al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per l’avvio del nuovo mandato.

Bella idea. È una proposta che mi piace e che si può realizzare. Chiederò al Quirinale se il presidente Napolitano è d’accordo.

GRONCHIFra l’altro, c’è già il precedente del  francobollo del 1976, per il trentennale della Repubblica, in cui tre presidenti sono stati effigiati mentre erano vivi e vegeti, Gronchi, Saragat e Leone addirittura in carica.

Ah, Gronchi mi fa venire in mente il Gronchi rosa. È sempre così ambìto dai collezionisti? E i francobolli autoadesivi come si mettono sull’album? Immagino che se sono incollati su busta, vada conservato l’intero documento.

Ha già in mente qualche francobollo da proporre alla Consulta filatelica?

Mah, ci penserò appena avrò un momento libero. Il ministero che mi è stato affidato spazia dal commercio estero ai problemi del gas, da Telecom alle Poste. Qui nel mio ufficio di via Veneto ho un sacco di immagini leonardiane. Magari mi ispirerò…

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