La prima email della storia

La prima email della storia

di Gianfranco Fina

caravaggio-mailLa lettera che il protagonista del dipinto esibisce con fierezza è probabilmente la più importante che sia mai stata scritta e che verrà mai scritta. Non tanto per il destinatario, per altro abbastanza famoso, il rav per antonomasia – Mosè della famiglia Levi –, ma soprattutto per il mittente: Lui. Poche frasi, appena una decina, ma sufficienti a cambiare il mondo. Non è certo il capolavoro di Rembrandt (1606-1669), quest’opera del 1657, anche se la forza espressiva del maestro di Leida è notevole. Si discute da quasi quattro secoli se l’immagine rappresenta il momento in cui il profeta sta per distruggere la lettera dopo aver trovato il suo popolo in adorazione del vitello d’oro, oppure se ritorna trionfante dopo averne ottenuta una seconda copia brevi manu dal mittente. Poiché sulla fronte di Mosè ci sono due riccioli ribelli si propende maggiormente per la seconda ipotesi. Già, perché normalmente viene rappresentato dagli artisti con due protuberanze sulla fronte, facilmente identificabili con un piccolo ma evidente paio di corna. La Bibbia racconta che Mosè, dopo aver visto Dio, divenne raggiante dalla felicità (nel testo ebraico il fatto è descritto con il verbo qrn che però può essere interpretato come quaran, cioè ‘irradiazione luminosa’, o queren, ‘apparato osseo frontale’) Quando san Gerolamo tradusse il testo ebraico in latino nella vulgata, la versione della Bibbia ufficiale per secoli nella chiesa latina, adottò questa la seconda ipotesi, traducendo «ignorabat quod cornuta esset facies sua», cioè ‘ignorava che la sua faccia fosse cornuta’.

Quanto vale. Dato il soggetto molto particolare, se quest’opera venisse venduta in asta potrebbe per molti anni restare il record assoluto dell’artista. Attualmente il prezzo più alto raggiunto da Rembrandt è di 30 milioni di euro per un (normalissimo) ritratto di anziana signora. Ipotizziamo 100 milioni di euro per il Mosè con la prima email della storia?

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