Da Milano 1906 a Milano 2015

Da Milano 1906 a Milano 2015

di Paolo Guglielminetti

Mezzi di trasporto, tante cartoline e annulli all’esposizione di oltre un secolo fa, in occasione dell’apertura del traforo del Sempione. Cibo e non solo cibo per la manifestazione di quest’anno. che, a differenza di allora, riceve dall’Italia un tributo dentellato (non ancora reso noto)

Prima di Expo 2015, la più grande esposizione internazionale svoltasi a Milano è stata quella del 1906, che celebrava l’apertura del traforo del Sempione tra Italia e Svizzera. Avrebbe dovuto svolgersi nel 1905, ma i ritardi nei lavori della galleria imposero che fosse rimandata all’anno successivo, dal 28 aprile all’11 novembre. Già quattro anni prima il comitato organizzatore presieduto dallo scienziato Giovanni Celoria aveva scelto come tema principale della manifestazione i trasporti. Nonostante la mostra abbia rappresentato il canto del cigno delle speranze riposte nelle “magnifiche sorti e progressive”, destinate di lì a poco a dissolversi allo scoppio della guerra che vide schierate su fronti opposte le stesse nazioni che all’esposizione dialogavano di pace e collaborazione, alla chiusura dei lavori il bilancio era tanto positivo, che furono gettate le basi della grandi esposizioni internazionali della Fiera di Milano.

Dal punto di vista logistico nella città furono individuate due grandi aree espositive, per un milione di metri quadri di estensione, alle spalle del Castello sforzesco, nell’area verde che da allora prese il nome di Parco Sempione, e nella Piazza d’armi, l’attuale zona della ex Fiera campionaria. Qui, in un tripudio di stile Liberty, furono costruiti i padiglioni dedicati ai trasporti, terrestri, marittimi, fluviali e, a soli tre anni dal volo dei fratelli Wright, aeronautici. Il padiglione aeronautico, in effetti, fu quello che riscosse maggior successo: aveva in esposizione l’aerocicloplano costruito da Aldo Corazza, ma soprattutto l’aeronave Italia, primo dirigibile della storia italiana realizzato da Almerico da Schio. Ma grande ammirazione suscitarono, negli altri padiglioni, anche gli ultimi modelli di locomotive, treni completi, gli ultimi prodotti della nascente industria automobilistica, grandi modelli di piroscafi e corazzate.

All’ingresso principale dell’expo si accedeva attraverso un tunnel artificiale che riproduceva fedelmente la galleria del Sempione. Nel parco dove nell’esposizione precedente del 1894 erano stati progettati il toboga e la funivia fu creata un’area per i divertimenti. Qui un padiglione era dedicato alle allora avveniristiche spedizioni polari, ma la principale attrazione esotica fu il quartiere del Cairo: una piazzetta con botteghe di tessitori di tappeti, caffè, harem e una fontanella, percorsi da somari e cammelli, fra spettacoli di sciabolate, dervisci e danze del ventre. C’era anche l’Acquario, unico edificio sopravvissuto ancora oggi, pur danneggiato dalle bombe del 1943. Completavano le attrazioni chioschi e punti di ristoro, tra cui un avveniristico “ristorante automatico”, antenato degli odierni sistemi di distribuzione automatica, birrerie e il primo ristorante cinese. Una ferrovia sopraelevata collegava il chilometro di distanza fra i due settori espositivi, come una moderna metropolitana.

La posta

La manifestazione del 1906 fu importante anche dal punto di vista postale. Gli organizzatori affidarono il messaggio pubblicitario a milioni di cartoline illustrate (quelle ufficiali furono stampate dalle Officine grafiche Pilade Rocco & C. di Milano). Dal 16 al 23 settembre si tenne una mostra filatelica internazionale, ma fra le rassegne che esulavano dal tema centrale dei trasporti ce ne furono tre a tema postal-filatelico: una, molto ampia, allestita nell’ambito della retrospettiva dei trasporti (nella commissione figurava anche l’illustre filatelista Emilio Diena); una organizzata dal ministero delle Poste e telegrafi ospitava anche uno dei due uffici postali dell’esposizione, con una ampia collezione di francobolli, timbri, bolli, e il vagone di un ambulante postale; infine, all’interno della mostra ferroviaria, un settore era incentrato sugli aspetti del trasporto della corrispondenza. Fra i paesi partecipanti, Svizzera e Germania dedicarono sezioni specifiche sulle proprie organizzazioni postali e telegrafiche.

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In assenza di emissioni dedicate (la prima celebrativa sarebbe uscita solo quattro anni dopo), il 28 aprile, in occasione dell’inaugurazione, fu messa in vendita una cartolina da 5 centesimi realizzata su commissione privata, che recava un fregio celebrativo dell’esposizione e del traforo del Sempione (opera di Vittorio Ceccanti) e, al retro, una allegoria policroma di Achille Beltrame: la si trova annullata con uno degli annulli dell’esposizione (in particolare datati 28 aprile, primo giorno di vendita) o con il datario di Iselle del 19 maggio, giorno in cui il traforo del Sempione fu inaugurato.

3Durante i sei mesi di manifestazione furono utilizzati numerosi annulli, in gran parte realizzati dall’incisore Ludovico Josz. In particolare: una targhetta meccanica, con ogni probabilità apposta con la obliteratrice Bieckerdike usata in precedenza per la targhetta a bandiera di Milano Ferrovia; due annulli pseudo-meccanici (cioè simili come foggia a quelli meccanici, ma apposti manualmente) in uso uffici postali principali della città di Milano Centro e Milano Ferrovia; due annulli a mano di tipo tondo riquadrato (esistenti in due versioni, normale e cosiddetta duplex, cioè con due impronte identiche apposte insieme affiancate), e due annulli lineari, da usarsi presso i due uffici postali aperti presso l’esposizione: l’ufficio postale al Parco, in un apposito padiglione presso la galleria del Sempione (denominato Milano Esposizione N.1) e l’ufficio postale presso la Piazza D’Armi, nel padiglione del ministero delle Poste e telecomunicazioni (denominato Milano Esposizione N.2); due annulli a mano di tipo doppio cerchio con lunette rigate e, uno per ciascuno degli uffici presso l’esposizione. Un ufficio postale fu dedicato ai molti congressi che si tennero presso l’esposizione. Il relativo annullo reca la dicitura Milano Congressi, del tipo a doppio cerchio con lunette rigate (noto dal 25 agosto al 17 settembre).

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Cassette di impostazione si trovavano anche in un apposito padiglione nel parco, destinato a sala di scrittura, dove venivano vendute guide e piantine dell’esposizione, biglietti della lotteria, cartoline e francobolli. Dell’ufficio Milano Esposizione n.1 esistono anche delle etichette di raccomandazione prestampate.

Era in uso anche il bollo lineare su due righe Esposiz. internaz.-Milano/ Ore XX-YY – gg. mmm aaaa: era l’impronta del sistema di impostazione e bollatura predisposto dal colonnello Parocchetti e operativo presso il padiglione dove era collocato il secondo ufficio postale dell’esposizione. Il bollettino del ministero numero 30 del 1906 riferisce che il sistema aveva lo scopo di registrare sulla corrispondenza con precisione luogo, data e ora di impostazione in modo da potervi risalire in caso di necessità e contestazioni. Entrando nella cassetta, la lettera era fermata da due rulli che venivano poi azionati dallo speditore, attraverso una leva posta a lato della cassetta stessa, imprimendo sulla cartolina o lettera l’informazione. Dopo la sperimentazione, nel dicembre 1906 fu nominata una commissione ministeriale per studiare un’adozione su più ampia scala, che però non ebbe seguito.

Il logo della manifestazione, illustrato sul manifesto pubblicitario commissionato a Leopoldo Metlicovitz, compariva anche sul ricco corredo di chiudilettera prodotti per l’occasione.

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Quanto vale. La cartolina postale di commissione privata vale attorno ai 50 euro nuova o annullata all’epoca, con un plusvalore se usata e viaggiata. La targhetta meccanica non è comune e vale attorno ai 50-70 euro. Di facile reperibilità gli annulli pseudo-meccanici e i tondo riquadrati. Le raccomandate inviate dagli uffici presso l’esposizione, con uno dei lineari o con etichetta di raccomandazione intestata, sono valutabili sui 100-150 euro. Non comuni gli annulli a doppio cerchio con lunette rigate (80-100 euro), quello di Milano Congressi (200 euro) e il bollo meccanico del colonello Parocchetti (oltre 200 euro).

I francobolli 2015

A differenza dell’edizione del 1906, l’expo di quest’anno è accompagnata da un ricco corredo filatelico. Oltre al francobollo emesso dall’Italia nel 2012, altri tributi italiani (non si sa quanti, di che formato né di che valore) sono in uscita in concomitanza con l’evento. Affiancano quelli di San Marino, Svizzera, Repubblica ceca, Monaco, Algeria.

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Poste italiane e l’Expo

Tramontato definitivamente il progetto di una manifestazione filatelica internazionale in concomitanza con l’Expo, Poste italiane non è presente neppure con uno stand proprio. Rimane da capire se e come riuscirà a valorizzare l’emissione dedicata.

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