Prova superata

Prova superata

di Domitilla D’Angelo

La tre giorni di Milanofil – il salone del francobollo che si è svolto al Mico dal 10 al 12 aprile – ha rappresentato il banco di prova per la nuova gestione filatelica di Poste italiane. Nonostante il poco tempo a disposizione per organizzare la manifestazione dopo i tiramolla dell’anno scorso, si può dire che il nuovo responsabile della Filatelia di Poste italiane Pietro La Bruna ha superato il suo primo esame. Merito di un allestimento rinfrescato nella forma e nei contenuti. Fin dall’ingresso, dove pannelli minimal illustravano alcuni interessanti dati statistici delle emissioni italiane con testi sintetici e un’infografica moderna. Niente male neppure i quadri che “giocavano” con i francobolli italiani inserendoli in contesti divertenti. Brillante e diversa dal solito anche la cerimonia di inaugurazione, con uno speech propositivo della presidente Luisa Todini, che ha auspicato una filatelia 2.0, alludendo a un’evoluzione in senso social del francobollo. E questo – ha spiegato La Bruna – avverrà anche con la sperimentazione di materiali, supporti e tecniche nuove, e concorsi per la realizzazione di francobolli – come la Treasury Competition di 175 anni fa? (cf. pp. 4-11) –. Agile anche la formula della tavola rotonda che ha permesso il confronto fra i vertici della varie associazioni di categoria in un rapido “botta e risposta”. E felice pure la scelta di collocare al centro dello spazio espositivo un oggetto misteriosamente affascinante come Enigma, l’infernale macchina dei tedeschi che durante la Seconda guerra mondiale tanto fece impazzire gli inglesi (di proprietà del Museo storico della comunicazione). Più tradizionali gli altri contenuti espositivi, con mostre (fra le quali quella disposta dall’Unione stampa filatelica italiana sui primi manuali filatelici), ambientazioni (come l’ufficio postale da campo) e premiazioni (per i partecipanti che avessero compilato l’apposita cartolina in palio smartphone e un viaggio, ma chissà perché non francobolli?). Encomiabile infine il dialogo con tutti gli attori del settore e il tentativo di dissipare gli attriti che la volontà di innovazione porta sempre con sé.

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Rinfrescati i contenuti e la veste del contenitore, non rimane che riempirlo, questo contenitore, di collezionisti. Con forti iniziative di marketing, non ultima quella ipotizzata dal responsabile di Filatelia, di sfruttare la rete dei 40 milioni di utenti di Poste solleticando il loro “spirito da collezionista” attraverso le comunicazioni degli estratti conto del Bancoposta. O con francobolli popolari, come quello che La Bruna ha confidato di sognare da tempo: mettere Valentino Rossi, o almeno il suo casco su un’emissione italiana. A 175 anni dalla nascita del Penny Black ce la farà a ridare al francobollo lo status di oggetto bello e divertente?

Due soggetti controversi

Qualche malumore ha creato fra i filatelisti la scelta di invitare a visitare Milanofil proponendo l’immagine del collezionista come un ossessivo- compulsivo intento a sbucciare acini d’uva e ad allineare nel cassetto le calze per colore. Se l’intento era scandalizzare, obiettivo raggiunto.

 

 

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