Cambio di passo a Royal Mail.

Cambio di passo a Royal Mail.

Ma è una vera rivoluzione?
I francobolli ordinari attualmente in corso andranno in pensione nel 2023, sostituiti da nuovi con matrice digitale. Dal Penny Black al codice a barre.

Di Giulio Filippo Bolaf­fi

È stato uno degli argomenti che più hanno fatto discutere tra gli stand dell’esposizione internazionale London 2022, suscitando grande scalpore, sebbene a questa svolta Royal Mail sia arrivata gradualmente, dopo aver tastato (con successo) il terreno nel marzo 2021 con i primi francobolli dotati di codice a barre e QR code. Ma ora la rivoluzione è totale e non si torna indietro: dal 2023 i francobolli utili per affrancare la corrispondenza nel Regno Unito saranno dotati di un codice digitale, fondamentale – fanno sapere – per applicazioni di tracciabilità. Il primo febbraio, infatti, Royal Mail ha annunciato l’introduzione di francobolli ordinari in cui alla classica immagine della regina, che accompagna le emissioni britanniche dal 1840, è associato un codice a barre di nuova generazione dello stesso colore del francobollo, contornato da una dentellatura simulata. Secondo voci di corridoio raccolte a Londra, oltre alla questione della tecnologia pare che dietro la decisione ci sia l’urgenza di mettere un freno a un fenomeno sempre più diffuso, ossia la falsificazione, motivata anche dal fatto che i francobolli non si vendono quasi più negli uffici postali, bensì in negozi di vario genere. «A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca», diceva Andreotti. Chissà se anche lui, da attento collezionista e osservatore quale era, avrà pensato che anni di forsennata speculazione da parte di Royal Mail, e di tutte le altre amministrazioni postali internazionali, hanno riempito i collezionisti e i commercianti di fogli e fogli di francobolli senza alcun valore collezionistico, ma che ancora mantengono il valore postale (a seconda dei casi, più o meno retroattivo nel tempo). Ad esempio in Italia è tuttora possibile affrancare la corrispondenza con tutti i francobolli della Repubblica emessi in lire. I più vecchi hanno un valore facciale “ridicolo” di pochi spicci, ma altri fin dagli anni ’80 assolvono benissimo al loro ruolo. E se uno dei celati obiettivi di Royal Mail fosse quello di farsi pagare il servizio postale vendendo francobolli “nuovi” e mettendo fuori corso quelli che collezionisti e commercianti hanno già pagato tempo addietro? Ufficialmente, riguardo alle scorte già in casa, la posta britannica incoraggia i cittadini a consumare i francobolli prima che vadano fuori corso (febbraio 2023) o a scambiarli con i nuovi tramite un programma di “swap out” (scambio). Ma il processo è complicato, visto che non basterà andare nel più vicino ufficio postale: bisognerà spedirli a un centro di raccolta centrale, che a sua volta invierà, in cambio, i valori nuovi.
Per ora Royal Mail ha fatto sapere che saranno ritirati solo i francobolli ordinari e quelli di Natale, mentre i commemorativi rimarranno in corso. Ma sembra solo il primo passo… La rivoluzione tecnologica in filatelia è appena iniziata e non solo nel Regno Unito: importanti progetti nel campo della digitalizzazione postale sono stati avviati anche in altri paesi, tra cui Francia, Germania e Svizzera (Il collezionista approfondirà l’argomento nei prossimi numeri con Giancarlo Morolli). Temo che anche in Italia dovremo aspettarci prima o poi una cosa simile, non tanto per fini tecnologici, quanto per fini economici: pertanto suggerisco di iniziare ad affrancare la propria corrispondenza con i francobolli recenti, stampati in migliaia di pezzi ma a oggi utilizzati solo in minima percentuale.
Dubito molto che questa novità possa innescare un nuovo interesse nella filatelia, visto che riguarda francobolli con tirature altissime, per cui credo che prevarrà la corsa allo scambio piuttosto che il senso collezionistico di conservazione. Filatelicamente parlando questa “novità” appare come una sonora sconfitta, ma almeno la Gran Bretagna invece di eliminare del tutto l’effigie della regina in cambio di un triste codice digitale isolato, ha seguito la tradizione e ha voluto mantenere l’importanza del francobollo, abbinando tale codice al profilo di sua maestà. Perché un francobollo è pur sempre segno di autorevolezza e non può essere ridotto, banalizzando, a mera etichetta di prepagamento, che poi sarebbe la funzione che assolve da oltre 180 anni… God save the Queen!

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