Così ti inganno il collezionista...

Così ti inganno il collezionista…

Nello stesso anno in cui usciva il primo catalogo di francobolli veniva pubblicato anche il primo manuale per smascherare i falsi. Non casualmente.

di Giancarlo Morolli

«Dal momento che le contraffazioni di francobolli aumentano quotidianamente, un loro censimento si rende necessario». Così, nell’introduzione del volumetto De la falsification des timbres-postes, edito anche in inglese esordiva lo studioso belga Jean-Baptipste Moens, all’epoca uno dei massimi esperti filatelici a livello internazionale. Che proseguiva: «Le indicazioni presenti in quest’opera permettono di smascherare immediatamente saggi, imitazioni e falsi francobolli che vengono presentati come veri».

On the falsification of Postage Stamps

Era il 1862 e la pubblicazione di Moens era di pochi mesi successiva all’uscita del primo catalogo filatelico del mondo, indice della necessità – già allora, a soli due decenni dalla nascita del francobollo – di allertare i collezionisti sui pericoli delle contraffazioni. Infatti, con il diffondersi dell’interesse per la filatelia, le falsificazioni realizzate per frodare non l’amministrazione postale ma i filatelisti aumentarono, e i falsari misero a punto accorgimenti più raffinati. È del 1927 lo studio Falsifications et truquages del perito e studioso romano Emilio Diena, che per conto della  Fédération Internationale de la Presse Philatélique intervenne sull’argomento sollecitando una maggior presa di coscienza del problema e suggerendo di esercitare un controllo più severo. Oggi le falsificazioni di un secolo fa possono apparire piuttosto grossolane ma se da una parte il progresso tecnologico ha messo a disposizione dei periti apparecchi più performanti per smascherare i falsi, dall’altra ha contestualmente fornito ai falsari dotazioni in grado di sofisticazioni più ingannevoli.

Tipi di falsificazioni
Le falsificazioni integrali avvengono con la produzione di falsi eseguita ex novo utilizzando punzoni, carta, inchiostri e colla compatibili con gli originali. La maggior parte delle falsificazioni rivolte ai collezionisti sono però parziali, cioè compiute ritoccando un esemplare di modesto valore collezionistico e trasformandolo in un altro di maggior pregio. Ad esempio, per creare varietà più rare, un francobollo può essere alterato nel colore attraverso trattamenti fisici (come una forte esposizione ai raggi solari), o chimici (per scolorimento). Se l’esemplare usato è più pregiato del nuovo si fa intervenire un annullo, magari dopo un buon lavaggio per eliminare la gomma. Oppure si può aggiungere una sovrastampa, nel caso questa attribuisca un plusvalore finanziario. Insidiose si sono dimostrate, nel lungo periodo, anche i facsimile: un tempo creati come surrogati degli originali per i collezionisti che non riuscivano a procurarsi i francobolli più costosi e che al tempo stesso desideravano riempire tutte le caselle dell’album.

Le riproduzioni di falsi di Sperati

In qualche caso il produttore li distingueva, sulla vignetta, con una scritta specifica, ma spesso questi prodotti non mostrano segni di riconoscimento particolari e, se al momento dell’immissione sul mercato l’acquirente era conscio della natura dei pezzi, a distanza di anni, con il passaggio di mano delle collezioni, in alcuni casi quei “sostituti” sono entrati nel circuito commerciale confondendosi con i francobolli ufficiali. Altrettanto ingannevoli, se non di più, sono le ristampe realizzate anche molti anni dopo l’emissione originale, o perché nel frattempo sono state messe in vendita le tavole originali, o perché in occasioni speciali (come manifestazioni filateliche o anniversari) l’amministrazione postale emittente ha scelto di produrle come souvenir; se al momento della vendita tutto è solare, nel tempo la mancanza di contrassegni specifici può indurre in inganno.

Dalle falsificazioni alla chirurgia estetica
Oltre a falsari veri e propri, erano e sono in attività anche i “chirurghi estetici” della filatelia che subdolamente si occupano di riparazioni per ripristinare il look o per migliorare la qualità dei francobolli originali, grazie a sapienti ritocchi, alla correzione di piccoli difetti (della carta), all’eliminazione di tracce di linguella, alla rigommatura.

La voce della legge
Contro tutte queste pratiche e in genere contro la contraffazione, l’alterazione, l’acquisto, la detenzione e la diffusione di falsi francobolli (in corso e fuori corso, italiani e stranieri), nell’ottobre 2004 è intervenuta la cosiddetta legge Giovanardi (legge 254/2004) che, integrando l’articolo 33 del decreto 156 del Presidente della Repubblica del 20 marzo 1973,  ha stretto le maglie nella lotta ai falsi, rendendo il reato punibile con la reclusione e forti ammende (articoli 459-461 del codice penale). Più recentemente, nel 2010, la Federazione fra le società filateliche italiane, in collaborazione con il Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale, ha istituito l’Osservatorio contro i falsi filatelici (l’acronimo Off allude allo ‘spegnimento’ dei falsi), che fin dalla fondazione ha fruttato il sequestro di materiale per un valore stimato (se fosse stato venduto come autentico) di oltre 20 milioni di euro.

Jean de Sperati

Falsi d’autore
In passato c’è stato anche chi ha fatto fortuna proprio per la sua attività di falsario. Il più famoso è stato Jean de Sperati (1884-1957). La sua carriera (che vanta oltre 5mila falsificazioni) ha avuto un solo incidente di percorso, nel 1942, quando un invio postale contenente falsi tedeschi fu intercettato: i periti del tribunale riconobbero i pezzi come genuini e i giudici lo condannarono per esportazione di capitali. Il suo archivio fu acquistato dalla British Philatelic Association e pubblicato in due volumi dalla casa inglese Robson Lowe. FOTO DE SPERATI piccolissimo+ una o entrambe delle altre due Se l’attività di de Sperati spaziava fra gli esemplari di tutto il mondo, il tipografo torinese Erasmo Oneglia tra il 1897 e il 1907 si specializzò nelle emissioni del Canada. Negli stessi anni il ginevrino François Fournier (1846-1917) produsse migliaia di copie (che lui considerava oggetti d’arte) per migliaia di collezionisti che volevano colmare le proprie caselle mancanti. Fournier, che fondò anche una “clinica filatelica” specializzata nella rimozione di annulli e sovrastampe e nella rigommatura, affidò la propria pubblicità al periodico Le Fac-Simile. Dopo la sua morte l’Union Philatélique de Genève acquistò l’intero archivio per rivenderlo dopo aver marchiato i pezzi come faux e fake.

Tips and tricks
Alcuni ‘consigli e trucchi’ rivolti ai collezionisti, per i quali, comunque, l’avvertenza principale è, in caso di dubbio e per spese importanti, rivolgersi a un perito, la cui certificazione è garanzia e fondamento per eventuali reclami.

Ѵ Siccome ogni collezione è soggetta a falsificazioni, è quindi auspicabile che il collezionista conosca i principali falsi della propria specializzazione, sia per evitare di essere buggerato, sia per considerare consapevolmente l’eventuale acquisizione di falsi per rendere la collezione più interessante e per avere elementi di confronto.

Ѵ I cataloghi specializzati talvolta riportano note tecniche che segnalano i falsi noti.

Ѵ Eventuali falsi interessanti possono essere esposti in collezione (purché dichiarati come tali) spiegandone le caratteristiche: questa particolarità rappresenta un titolo di merito che dimostra le conoscenze filateliche del collezionista.

Ѵ  Internet è una vetrina di francobolli falsi, contraffatti, inesistenti, dove i truffatori giocano sui grandi numeri contando sul fatto che i collezionisti che fanno periziare un francobollo da pochi euro sono rari.

Ѵ Oltre alle associazioni nazionali di periti filatelici, l’Association international des experts en philatélie (www.aiep-experts.net), riunisce esperti internazionali, molti dei quali pubblicano i propri contributi sulla pubblicazione Fakes Forgeris Experts (www.ffejournal.com) dedicata interamente ai falsi.

Ѵ Fra i falsi si distinguono i francobolli di fantasia,prodotti da amministrazioni postali non riconosciute e messi in circolazione come ufficiali attraverso canali paralleli al commercio organizzato. Fra questi i francobolli di propaganda bellica che, per le circostanze particolari legate alla loro emissione e al loro uso, sono tanto interessanti quanto pericolosi (e che per questo saranno oggetto di un approfondimento futuro).

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