Ison, una cometa nel cielo di Natale

Ison, una cometa nel cielo di Natale

cometa-francobolloFra novembre e dicembre il cielo riserva una sorpresa: l’arrivo di una delle più belle comete degli ultimi tempi. Il suo nome è C/2012 S1, ma per tutti è Ison perché è stata scoperta (da due astronomi dilettanti) nell’International Scientific Optical Network, nel Caucaso. Ison dovrebbe essere la prima cometa ben visibile a occhio nudo dall’emisfero boreale dai tempi di Hale-Bopp, nella primavera del 1998. Il 28 novembre Ison è stata al perielio, il punto dell’orbita più vicino al Sole, e ha sorvolato la superficie solare a soli 1,8 milioni di chilometri, una pericolosa vicinanza per il suo nucleo composto prevalentemente di ghiaccio e di sostanze volatili. Al momento della chiusura di questo numero non era possibile sapere se Ison si sia disintegrata o sia sopravvissuta intatta al rischioso passaggio. Se così fosse, potrebbe diventare una delle comete più luminose che si siano mai viste, e a fine dicembre, quando si troverà a soli circa 60 milioni di chilometri dalla Terra, potrebbe illuminare i presepi di Natale come la cometa dipinta da Giotto sopra la capanna della Natività negli affreschi della cappella degli Scrovegni a Padova. Ma la cometa raffigurata da Giotto è veramente la «stella» di cui parla il Vangelo di Matteo? Fin dall’antichità gli astronomi si sono indaffarati a individuare eventi celesti coincidenti con la nascita di Gesù Cristo che possano identificarsi con la stella che guidò i Magi da Oriente a Betlemme. Oggi le ipotesi più avvalorate sono tre: una congiunzione di pianeti, la comparsa di una nova o di una supernova, l’apparizione di una cometa. Nel periodo vicino alla nascita di Gesù si verificarono diverse congiunzioni di pianeti, due delle quali veramente spettacolari: la prima, avvenuta nel febbraio dell’anno 7 a.C., interessò Marte, Giove e Saturno che formavano una sorta di triangolo isoscele luminoso; la seconda, verificatasi il 4 giugno del 3 a.C. riguardava Venere e Giove, che apparivano come un oggetto unico molto brillante. Per quanto riguarda l’esplosione di una supernova o l’apparizione di una nova, secondo le scrupolose registrazioni fatte dagli astronomi cinesi, una sarebbe avvenuta proprio cinque anni prima dell’era cristiana. Infine, gli astronomi hanno stabilito che in un intervallo di circa 25 anni attorno alla data della nascita di Cristo si verificarono i passaggi di ben sette comete molto luminose (nell’11, nel 9, nel 4 e nel 3 a.C., e poi nell’1, nel 3 e nel 13 d.C.). Nessuno di questi eventi coincide però con l’anno ufficiale della nascita di Gesù, fissato piuttosto arbitrariamente dal monaco Dionigi il Piccolo nel VI secolo. Se si considera veritiero il racconto evangelico e si vuole assegnare un significato astronomico al termine “stella”, bisogna spostare indietro di qualche anno la nascita di Gesù (i documenti storici dicono che il re Erode è morto tra il 4 a.C. e l’1 a.C. e pertanto Gesù dovrebbe essere nato qualche anno prima del famoso “anno zero”). Anche tenendo conto di un probabile errore commesso dal monaco Dionigi, è difficile immaginare che la stella di Betlemme possa essere stata la cometa di Halley – che passò e fu ben visibile prima della nascita di Gesù, nell’11 a.C. – o quelle apparse tra il 4 e il 3 a.C., che non sembra siano state eccezionali. Astronomicamente sembra più accettabile l’idea che la stella dei Magi sia da individuare con le due congiunzioni di Venere e Giove del 3 a. C.

Commenti