Francobolli contro l'estinzione

Francobolli contro l’estinzione

Fiori, animali, piante: la lista delle raccolte tematiche esiste da quando i francobolli hanno fatto la loro comparsa. O meglio, da quando, abbandonati profili e teste coronate, hanno cominciato a volgere lo sguardo su altri soggetti, facendo così conoscere meglio il mondo a chi, a casa, si ritrovava affascinato a guardare i rettangolini di carta. Oggi, superata la fase dello stupore, i francobolli diventano (anche) un forte richiamo a fare attenzione.

di Giovanni Bosi |

Le stesse serie che in passato ci hanno fatto sognare animali esotici diventano ora altrettante “foto segnaletiche” di specie che rischiano di scomparire. Non parliamo dei dinosauri, ormai cancellati per sempre, che abbondano sulle giurassiche emissioni di tante nazioni, ma di specie a noi più vicine, come i tanti uccelli che vivono sulle Alpi, inclusi da Lipu (Lega italiana protezione uccelli) e Iucn (International union for conservation of nature) in una lista rossa che annovera le diverse categorie di rischio di estinzione. In Italia a richiamare l’attenzione sul tema ci hanno pensato recentemente i cinque francobolli distribuiti lo scorso 4 dicembre dedicati proprio agli uccelli alpini.

Francobolli animaliFrancobolli animali

Francobolli contro, dunque: contro un mondo che continua a mettere in pericolo la sopravvivenza di se stesso riducendo gli habitat naturali, inquinando, consumando risorse e appiattendo la biodiversità. A ben guardare, non è la prima volta che l’Italia postale dà un contributo in questa direzione: a partire dagli anni Ottanta hanno visto la luce molti francobolli dedicati al rischio di estinzione: alcuni, come ad esempio nel 1991 quelli per il cervo sardo, l’orso marsicano e il falco pellegrino, sono corredati dal logo del Wwf (World Wildlife Found); poi ancora nel 1995 per il grifone, l’aquila reale, il fringuello alpino e l’airone cenerino. E ancora nel 2001 la marmotta e la cicogna, chiamate ad essere testimonial della Giornata mondiale della lotta alla siccità e alla desertificazione.

All’estero tanti altri paesi si danno da fare, anche più dell’Italia: il 2014 ha portato in dote a Taiwan quattro francobolli e un foglietto incentrati sul fagiano del Swinhoe. Rimane memorabile la serie britannica del 2011 con gli animali in primissimo piano, mentre sono anni che l’amministrazione postale delle Nazioni Unite richiama l’attenzione sulle specie minacciate. L’ultima uscita a ottobre 2013 – nelle tre consuete valute delle sedi di New York, Vienna e Ginevra – ha fatto scoprire il mondo degli animali notturni: dal pipistrello all’echidna dal becco lungo. Mai nessun ambiente naturale, neppure quello con la maggiore biodiversità, potrebbe ospitare contemporaneamente tutti questi animali. Per goderne la vista – emozionante – occorre avere tanta pazienza, una buona disponibilità finanziaria e una buona dose di fortuna. Oppure, più semplicemente, si possono raccogliere i francobolli che i paesi in cui vivono hanno emesso. Un invito, in filigrana, a darci da fare perché i francobolli non diventino le ultime testimonianze di questi nostri preziosi coinquilini…

Francobolli animali

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