La posta quando la terra trema

La posta quando la terra trema

di Paolo Guglielminetti e Marco Occhipinti

Come ripristinare i collegamenti postali dopo un terremoto e perché è importante farlo

Alle 3.36 della notte del 24 agosto l’energia accumulata per la costante pressione della placca africana contro quella euroasiatica si è sprigionata provocando un terremoto di violenza pari a magnitudo 6.0 fra Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio. L’epicentro è stato localizzato nel comune di Accumoli, in provincia di Rieti, a una profondità di otto chilometri. Nelle ore e nei giorni successivi all’evento principale centinaia di scosse di assestamento, di cui diciassette di magnitudo superiore a 4, hanno interessato i comuni della valle del Tronto, in particolare Accumoli e Amatrice (in provincia di Rieti), Arquata del Tronto e Montemonaco (Ascoli Piceno), Norcia (Perugia) e Castelsantangelo sul Nera (Macerata).  I soccorsi giunti nelle aree colpite hanno trovato rovina e distruzione. Il numero delle vittime aggiornato (a fine di settembre) è 298, 386 i feriti, oltre 4mila i senzatetto.

Ristabilire la normalità: il ruolo della posta

Superata l’immediata emergenza di prestare i primi soccorsi, le forze in campo si sono attivate per il ripristino dei servizi di prima utilità, tra questi anche quello postale. Alle 7.55 dello stesso giorno Poste italiane twittava: #Terremoto Poste al lavoro per il ripristino del recapito e degli uffici postali danneggiati, in accordo con Protezione Civile e istituzioni. Dopo eventi catastrofici come i terremoti, la posta rappresenta uno dei primi servizi fondamentali per la ripresa della normalità dal punto di vista funzionale ma anche simbolico. La riattivazione si scontra però con le difficoltà logistiche insite nello svolgimento del normale processo di raccolta, trasporto e distribuzione. Il primo obiettivo delle amministrazioni postali, quindi, è la ricomposizione delle risorse necessarie – uffici postali, mezzi di raccolta, smistamento, trasporto e distribuzione, risorse umane dedicate – e la riconfigurazione dei relativi processi operativi, come per esempio la riapertura dei percorsi. Il trattamento di affrancatura della corrispondenza, che prevede anche la possibilità di concedere la franchigia per la posta in partenza dai territori disastrati, a causa della difficoltà di reperire francobolli e per allievare le condizioni dei terremotati, è solo uno degli aspetti della complessa riorganizzazione. Il servizio postale deve essere ripristinato nel suo complesso, garantendo l’afflusso e il deflusso della corrispondenza da e per le zone terremotate, in condizioni di sicurezza, e raggiungendo gli abitanti delle aree nonostante la ricollocazione in residenze diverse da quella abituali, come nei campi di raccolta. A questo proposito l’Unione postale universale ha stilato precise linee guida per facilitare l’adozione di adeguati piani d’azione da parte delle amministrazioni postali in tali difficili circostanze. Questi documenti, pubblicati sul sito, insistono sulla necessità di condividere le conoscenze e le esperienze nelle attività di primo soccorso, ma anche, soprattutto, nella prevenzione.

Riaprire gli uffici postali

La prima necessità, dalla forte valenza simbolica, è la riapertura dei punti di accesso del servizio postale al pubblico. Nel caso in cui gli uffici siano distrutti o inagibili, l’amministrazione postale si dota di nuovi presidi provvisori, in passato tende e baracche, oggi uffici mobili a bordo di furgoni o prefabbricati. Un’alternativa non sempre praticabile è il dirottamento dei servizi in uffici postali vicini. Gli odierni uffici postali mobili, dotati di collegamento satellitare alla rete, possono fornire anche i principali servizi bancari, l’invio e il ritiro di vaglia e bonifici, il pagamento di bollettini, la riscossione della pensione. Per velocizzare le operazioni di selezione e consegna della corrispondenza ai residenti del Centro Reatino, Poste ha attivato ad Amatrice un centro di smistamento postale provvisorio: è ospitato in un container nei pressi del precedente, danneggiato dal terremoto del 24 agosto. Sempre per facilitare il sistema di recapito della corrispondenza, l’amministrazione postale sta attivando il servizio Seguimi per i residenti dei comuni per i quali il Consiglio dei ministri ha decretato lo stato di emergenza: Accumoli e Amatrice in Lazio; Arquata del Tronto, Acquasanta Terme, Montefortino, Montegallo e Montemonaco nelle Marche; Cascia, Monteleone di Spoleto, Norcia e Preci in Umbria; Campotosto, Capitignano, Montereale, Rocca Santa Maria e Valle Castellana in Abruzzo. La funzione Seguimi permette di ricevere a nuovo recapito la corrispondenza inviata a quello vecchio. Nelle aree colpite il servizio sarà gratuito per i primi sei mesi. Per garantire la piena funzionalità, gli uffici postali provvisori devono essere dotati di tutte le attrezzature: timbri, moduli, formulari, spesso irrimediabilmente danneggiate o non raggiungibili. In passato capitava di riesumare timbri postali vecchi o poco utilizzati per sopperire alle necessità immediate di annullamento della corrispondenza, oppure di mettere in uso speciali annullatori provvisori, come avvenne, per esempio, nel 1883 a seguito del terremoto di Casamicciola (IC 7-8.16 pp. 54-55). Ormai, però, gli uffici postali mobili sono stati dotati di propri bolli.

Superare la mancanza di francobolli

In passato una delle emergenze postali del dopo terremoto era la carenza di francobolli che, combinata alla sensibilità di voler agevolare la comunicazione per i terremotati, portò in almeno due casi alla tolleranza per la mancata affrancatura e in tre all’esenzione dal pagamento delle tasse postali. In occasione del terremoto del Belice nel 1968, diverse varianti del bollo lineare zona terremotata attestano il diritto all’esenzione. La concessione di tolleranza per l’assenza di affrancatura o l’esenzione totale è testimoniata anche in occasione di terremoti all’estero.

Ripristinare il trasporto da e per le zone terremotate

I terremoti più violenti danneggiano le vie di comunicazioni terrestri, soprattutto nei punti critici come ponti e viadotti, determinando, anche per la rete postale, la necessità di variazioni di itinerari per raggiungere le zone terremotate o di ricorrere a veicoli alternativi. Non è infrequente, inoltre, che gli stessi mezzi utilizzati ordinariamente per il trasporto della corrispondenza possano risultare danneggiati o distrutti (in passato i vagoni postali), determinando la necessità di ricorrere a soluzioni di emergenza. In alcuni casi, per il recapito postale sono stati coinvolti veicoli di altre amministrazioni, come i mezzi militari, o sono stati attivati servizi di emergenza di posta aerea o via mare.

Garantire il recapito

La difficoltà di individuare dispersi e deceduti o di rintracciare i destinatari fra gli sfollati porta, in alcuni casi, a segnalazioni specifiche sulla corrispondenza, come decessi o irreperibilità.

Francobolli pro ricostruzione

Spesso, la filatelia o, meglio, i collezionisti hanno prestato il proprio contributo alla ricostruzione. In alcuni casi le amministrazioni postali dei paesi colpiti da un sisma emettono francobolli e realizzano annulli figurati commemorativi. In altri, invece, il ricavato dalla vendita di francobolli di beneficienza (con o senza sovrapprezzo) partecipa a finanziare all’opera di ricostruzione. La prima serie che ha questo triste primato è quella composta da nove valori, emessa dal Giappone nel 1924 per raccogliere fondi per i superstiti del sisma di Tokyo e Yokohama del 1923. La serie di tre valori emessa dal Marocco in occasione del terremoto di Agadir è successiva, del 1960. Il primo francobollo con sovrattassa è quello emesso dall’Iran nel febbraio 1963 a favore degli sfollati del terremoto di Qazvin. Nell’area italiana, il francobollo di San Marino emesso nel 2005 in occasione dello tsunami del Sudest asiatico del 26 dicembre 2004 portò 190mila euro a favore di iniziative benefiche, mentre con quello dedicato al terremoto dell’Emilia del 2012 sono stati raccolti complessivamente centomila euro. A favore delle vittime del terremoto che ha colpito Haiti anche l’emissione con sovrastampa e sovrapprezzo del Vaticano nel 2010.

Per leggere l’articolo nella sua completezza, con informazioni e immagini di lettere inedite, acquista il numero di ottobre 

Commenti