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di Valerio Innocenti

I Giuochi universitari internazionali di Torino, che si svolsero dal 1º al 10 settembre 1933, sono la prima manifestazione sportiva celebrata dalla filatelia italiana. I primi Giochi studenteschi mondiali si erano tenuti a Parigi nel maggio di dieci anni prima, organizzati sotto l’egida della Confédération Internationale des Ètudiants. L’edizione torinese delle Universiadi era la settima in versione estiva – la seconda in Italia, dopo quella di Roma abbinata, a quella invernale svoltasi a Cortina del 1928 – e in realtà era articolata in due tempi: i giochi estivi di Torino erano preceduti da quelli invernali, tenutisi a Bardonecchia dal 29 gennaio al 3 febbraio.

Come già i precedenti di Roma e Cortina d’Ampezzo del 1927 e 1928, a curare l’organizzazione per parte italiana, erano stati i Guf, i Gruppi universitari fascisti, attraverso un apposito Ufficio dello sport universitario internazionale.

A marcare l’evento fu naturalmente prevista una serie di quattro valori, di colore diverso e stessa iconografia. Autorizzata dal regio decreto del 13 luglio n. 945, venne emessa il 16 agosto 1933 e rimase in circolazione quattro mesi, fino al 31 dicembre dello stesso anno. Venne disegnata da Amedeo Pesci e, come fa notare Federico Zeri, è «un esempio assai scoperto di strumentalizzazione propagandistica: sebbene i giochi si svolgessero a Torino, la vignetta raffigura il Foro Mussolini di Roma, con il monolite e la statua marmorea del Calciatore, opera di Bernardo Morescalchi». Il che in effetti è scritto anche nel decreto, ma senza indicazioni sull’ubicazione di stadi e monumenti, e con una specifica piuttosto curiosa ­– «il monolite del Foro Mussolini con la iscrizione, dal basso in alto, Dux Mussolini e la statua del calciatore» – visto che il monolite romano in realtà recava l’iscrizione regolarmente dall’alto in basso.

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