Che noia! agli altri Ibra, a noi Papa Ormisda

Che noia! agli altri Ibra, a noi Papa Ormisda

DI Francesco De Carlo |

“È un grande onore essere su un francobollo e sono davvero felice ed orgoglioso che mi abbiano scelto”. A dirlo, con un pizzico di sussiego tipico di chi sa di essere un fenomeno del calcio mondiale da moltissimi anni – pur avendone solo 32 – è Zlatan Ibrahimovic, il monsieur cannoniere del Paris Saint-Germain e capitano della nazionale svedese. D’altronde, il ruolo da protagonista se l’è meritato sul terreno di gioco (e qualche copertina patinata), soprattutto in Italia, dove ha fatto goal a raffica nella Juve e nelle squadre milanesi. Nerazzurri e rossoneri, poco importa: ha segnato a bizzeffe in cambio di bei soldoni!

Ibra, come lo chiamano affettuosamente i fan ai quattro angoli del globo, di svedese, oltre alla città natale, Malmö, ha solo l’imponenza fisica, dato che i “colori” lasciano intuire chiaramente le sue origini slave.

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Ma, poco importa chi siano i suoi antenati! La cosa certa è che quando nel novembre 2013 le poste svedesi (Posten.se) hanno deciso di accontentare i tifosi che lo volevano insistentemente su francobollo, l’attesa si è fatta spasmodica fino al 27 marzo scorso quando hanno visto la luce non uno ma addirittura cinque “Zlamp” (Zlatan stamp), come gli svedesi si son subito divertiti a chiamare i francobolli da 6 corone sui quali il campione compare in vari momenti della sua scalciante attività sportiva.

Per molti collezionisti non avranno nulla di eccezionale, almeno dal punto di vista estetico. Ma chissene… dell’estetica se questi francobolli, già nel primo giorno d’emissione, hanno puntato in alto, riuscendo a collezionare ordini di svariati milioni di pezzi da tutto il mondo. E c’è da giurare (ne siamo certi) che oltre ai suoi concittadini, dietro questi volumi di vendita eccezionali, ci siano i tifosi francesi del PSG (che, diciamolo, lo stimano parecchio).

Ovviamente alle poste di Stoccolma hanno fatto salti di gioia: intanto perchè sono riusciti a coinvolgere lo stesso giocatore nella realizzazione dei francobolli (“ricevo principalmente fatture e solo raramente ci sono sopra bei francobolli. Adesso, le cose saranno diverse!”, ha dichiarato Ibra) ma anche per aver avuto la brillante idea (certo, non nuova a livello mondiale) di puntare su un soggetto popolare e amato non soltanto dalla ristretta cerchia dei collezionisti. Insomma, a dimostrazione che se c’è un progetto di “marketing filatelico” fatto bene, arrivano soldi. Tanti soldi!

Ne sanno qualcosa gli americani che portano spesso su dentello personaggi molto famosi, facilmente riconoscibili dalla collettività. E non fa nulla se si rischia di incorrere in aspre polemiche se su francobollo finisce un personaggio come Harry Potter che ha il difetto di… non essere americano! Poco importa, anche perché, ficchiamocelo in testa, il mercato filatelico come lo abbiamo sempre conosciuto, è finito. Adesso bisogna pensare in modo differente sia per evitare emorragia di collezionisti sia per cercare utili milionari per le esauste casse degli operatori postali.

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L’Italia non è da meno. Certo, i numeri di Poste Italiane sono stratosferici: ottimi, sempre in positivo, ma non quelli dei servizi postali in senso stretto e meno che meno quello filatelici! Alle nostre latitudini (dove le decisioni vengono prese a livello di Consulta ministeriale, organismo ormai svuotato della sua mission originaria e che andrebbe seriamente rivisto) si pensa ancora in modo ottocentesco. Passi la celebrazione per Galileo, i vini doc e la Nutella, ma perdersi dietro (con tutto il rispetto) a Papa Ormisda, Silvano Arieti o San Camillo de Lellis (giusto per rimanere alle emissioni previste quest’anno), ha forse qualcosa di masochistico. Non solo li vedremo poco sulle corrispondenze ma non faranno certamente girare la testa alla casalinga di Voghera o al pescatore di Mola di Bari. Ed allora, ci vengono alcune ideuzze: Bud Spencer e Terence Hill, la Pimpa o le Winx, il maresciallo Rocca. Persino Cetto Laqualunque venderebbe più di Galielo. Senza parlare di Totti o Baggio. Ah, è vero, i vivi non possono finire su francobollo. Uff che noia. E allora continuiamo a sognare!

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