i bambini e l'arte di collezionare

Celo, celo, manca!

I bambini e l’arte di collezionare: 5 motivi per cui collezionare fa bene alla crescita e allo sviluppo delle competenze di un bambino

di Francesca Pierpaoli |

«Collezionali tutti»! Quante volte abbiamo sentito questo spot alla tv? Due piccole parole che suscitano l’eccitazione di un bambino, facendogli pregustare la soddisfazione che proverà nell’accumulare un considerevole numero di oggetti (con buona pace dei genitori). E se per gli adulti è spesso chiaro che gli esperti di marketing puntano sull’innata “cleptomania” dei bambini, ci sono altre implicazioni da tenere presenti.

La passione di collezionare oggetti, infatti, se ben gestita, non è affatto negativa ma, anzi, può essere molto utile per la crescita e lo sviluppo delle competenze di un bambino.

Una cosa è certa, il desiderio di collezionare è innato nell’infanzia. Dall’età di circa 5 anni fino a 12 anni i bambini raggiungono quello che il pedagogista Jean Piaget chiamava “lo stadio di sviluppo operazionale concreto”: ovvero comprendono sempre meglio le relazioni tra gli oggetti, le gerarchie, e danno un senso ai gruppi di cose, capiscono che gli oggetti possono essere raggruppati secondo diversi criteri e categorie.

collezionare fa bene anche ai bambini

Foto di Stefania Fontecilla

L’importante è che i genitori lascino liberi i figli di decidere l’oggetto della loro collezione. A volte l’interesse nasce da una passione che a loro volta i genitori nutrivano da bambini – come quella dei francobolli e delle monete – e che va di generazione in generazione, ma è importante che il bambino aggiunga sempre il suo personale “tocco”.

«I bambini amano avere le loro cose, oggetti speciali che appartengono solo a loro – afferma Catherine Howell, esperta di collezioni al Museo dei Bambini di Londra avere una collezione di giocattoli diventa un modo di giocare, in cui possono creare il loro piccolo mondo. E l’immaginazione assume un ruolo fondamentale».

«I bambini hanno sempre amato l’idea di avere i loro piccoli tesori, esclusivi – prosegue Howell – in passato erano, magari, carillon, conchiglie e pietre oppure francobolli. Al giorno d’oggi gran parte del piacere sta nello scoprire cosa si cela dentro la bustina della sorpresa: i doppioni si possono scambiare con gli amici incoraggiando, in questo modo, abilità sociali e di relazione tra bambini; può anche essere un modo di rompere il ghiaccio per i più timidi e fare nuovi amichetti».

Leggi l’intervista alla psicologa Laura Rosso

Collezionare fa bene

1. Aiuta a implementare un certo numero di capacità di sviluppo, come nell’operazione di suddividere gli oggetti in categorie

2. Migliora concentrazione, capacità di osservazione e memoria

3. Sviluppa la capacità decisionale: il bambino deve scegliere cosa aggiungere alla collezione

4. Un piccolo cervello può immagazzinare tantissime informazioni circa un oggetto che lo interessa. Gli psicologi la chiamano “padronanza” ed emerge verso i cinque-sei anni di età.

5. La profonda conoscenza che un bambino ha di un argomento, poi, aiuta a migliorare la sua autostima, specie quando può dimostrare che ne sa più degli adulti (senza trascurare il fatto che anche gli adulti possono imparare tante cose nuove dai bambini circa l’oggetto della loro passione).

La pubblicazione di questo articolo è stata resa possibile grazie all’autorizzazione di Kids Magazine (www.mondokids.com)

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