Così non va (ce l’eravamo già detto)

Così non va (ce l’eravamo già detto)

di Domitilla D’Angelo

Se l’unione fa la forza, la discordia rende deboli. E il mondo del collezionismo filatelico non si è dimostrato immune a particolarismi, personalismi, ripicche e vendette. La vicenda di Romafil è paradigmatica. Oltre a Veronafil, in Italia Romafil e Milanofil sono gli appuntamenti clou per i cultori e gli operatori di francobolli e storia postale: uno raccoglie il bacino dell’Italia settentrionale in primavera, l’altro richiama in autunno i collezionisti del Centro e Sud. Sono organizzati entrambi da Poste italiane all’interno di strutture eleganti, con la partecipazione di operatori del settore. Mentre questo numero del mensile viene distribuito, la dodicesima edizione di Romafil si è già svolta. Come? Nel momento in cui si scrive non è dato sapere. Ma il suo svolgimento non era scontato. Fino a metà settembre la possibilità che la manifestazione saltasse sembrava molto concreta, con tanto di presidente dei circoli filatelici che si era spinto a minacciare l’acquisto di spazi pubblicitari sui principali quotidiani nazionali su cui esprimere il proprio dissenso. Reale o provocatorio che fosse l’intento, forse ha contribuito a far salpare l’ancora alla manifestazione, che infatti il 15 settembre, con grande ritardo, è stata ufficializzata. Compiacimento e rallegramenti espressi ai vertici di Poste italiane dal presidente dell’associazione dei commercianti filatelici e dei circoli. Sì, perché erano stati coinvolti i vertici di Poste – presidente e amministratore delegato – e del ministero, con l’interessamento del sottosegretario alle Comunicazioni. E quando sembrava che “tutto è bene quel che finisce bene”, ecco abbattersi un nuovo, inspiegabile fulmine (anticipato con cautela sul numero scorso: IC 10.14 p. 10). Un comunicato diramato l’1° ottobre annunciava che tutte le emissioni previste per Romafil sono state rimandate. Romafil diventava una festa di matrimonio… senza gli sposi. Le emissioni – i 15 francobolli dedicati ai vini, i quattro per il Patrimonio artistico e culturale, i due del Natale e quello per la Giornata della filatelia (insieme alla serie per Italia 2015, depennata dal programma) – avrebbero rappresentato una delle attrattive maggiori per i collezionisti di novità, e una voce positiva nel bilancio dell’organizzatore. Possibile che il dio Crono mangi i suoi figli? Si è vociferato di imminenti cambi tariffari (ma allora non basterebbe adeguare il valore facciale?), di problemi di produzione (a suo tempo smentiti dal Poligrafico). Si è vociferato di imminenti cambi tariffari (ma allora non basterebbe adeguare il valore facciale?), di problemi di produzione (a suo tempo smentiti dal Poligrafico). Ma si sussurra anche di dissapori all’interno di Poste e con ambienti ministeriali.

C’è solo da sperare che questa situazione di confusione, insieme a quelle già denunciate (Così non va, IC 9.14 p. 3), sia propedeutica a un ripensamento in positivo di tutto il sistema e che non rappresenti un taglio netto di quel filo imbastito a inizio anno con la convocazione degli stati generali della filatelia per mettersi attorno a un tavolo e confrontarsi per rilanciare il settore. Se così non fosse, allora davvero se l’unione fa la forza, la discordia ci rende terribilmente inermi.

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