Non c’è niente da ridere

Non c’è niente da ridere

DI GIANFRANCO FINA |

In questo grande dipinto di Francisco de Zurbaran del 1639 (Fuente de Cantos, 1598 – Madrid, 1664) lo straordinario artista spagnolo dall’animo mistico e dalla pennellata netta rappresenta fra’ Gonzalo de Illescas alla scrivania. Gonzalo (Dueñas, 1521- 1574) fu un illustre studioso spagnolo di storia e di religione, segretario personale di Alonso de Aragón e ambasciatore a Venezia. Scrisse la storia dei papi da san Pietro a Bonifacio VIII, la storia dei re di Castiglia e del Portogallo dai Visigoti fino ai suoi tempi. Nel dipinto è raffigurato seduto in poltrona, con sguardo severo e grave, per sottolineare il suo interesse esclusivo per faccende molto serie, come ad esempio lo scrivere una lettera, faticosamente redatta grazie alla consultazione di alcuni spessi tomi ancora giacenti sulla scrivania. È interessante notare quanti simboli religiosi sono riportati sul dipinto: il cane (fedeltà), le monete e lo scrigno (vanità delle cose terrene), la clessidra e il teschio (memento mori), la mela (peccato originale) e, al di là del loggiato, una scena di carità. Questo dipinto, insieme con altri sette eseguiti da Zurbaran e collaboratori, illustrano i venerabili frati dell’ordine geronimita e sono ancora conservati nella ricchissima sagrestia barocca del monastero reale di Santa Maria de Guadalupe nell’Estremadura. L’edificio nacque nel tardo XIII secolo, quando Gil Cordero, pastore di Cáceres , scoprì sulle rive del fiume Guadalupe una statua della Madonna nascosta dagli abitanti locali durante l’invasione dei Mori del 714. Per oltre quattro secoli il monastero di Guadalupe è stato il più importante di Spagna; dal 1955 è stato insignito del titolo di basilica minore e protetto dall’Unesco quale patrimonio dell’umanità.

Quanto vale. In questo caso l’abusata allocuzione giornalistica «di inestimabile valore», invariabilmente utilizzata quando si descrive il valore di un qualsiasi furto di opere d’arte, è quanto mai azzeccata. È infatti praticamente impossibile valutare oggettivamente un dipinto di questo genere, che non potrebbe mai venire separato dal contesto pittorico e architettonico di cui fa parte.

lettera cornice

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