Ian Fleming e il "caso Hess"

Ian Fleming e il “caso Hess”

di Renzo Rossotti

francobollo apertura nicaragua 1985   1La stampa internazionale si era mobilitata, in quel novembre 1945, per farsi accreditare presso il palazzo di giustizia di Norimberga, in Germania, dove si sarebbe svolto il processo contro i criminali di guerra nazisti. Una delle prime immagini spedite ai giornali mostrava in prima fila da sinistra Hermann Göring e, al suo fianco, Rudolf Hess. Quello scatto sarebbe diventato, quaranta anni dopo, il soggetto di un francobollo di posta aerea emesso dal Nicaragua, con l’aggiunta, a sinistra, di una donna, simbolo di tutte le vittime oltre il filo spinato dei campi di concentramento. Nel 1945 però la televisione non c’era ancora e le fotografie dell’aula pubblicate sui giornali fecero il giro del mondo: i volti degli imputati furono additati uno a uno. Alto, asciutto, taciturno, Rudolf Hess, braccio destro di Hitler, era stato arrestato dopo che, l’11 maggio 1941, aveva sbalordito il mondo (e Hitler stesso) decollando da Monaco, per puntare verso la Scozia e paracadutarsi a Dungavel, nei pressi della tenuta del duca di Hamilton.

foto-aula-norimberga-webPerché l’aveva fatto? I motivi di quel volo non furono mai del tutto chiariti: gli storici ipotizzano che fu un’iniziativa – personale o autorizzata da Hitler? – per intavolare un armistizio fra Germania e Gran Bretagna. Del “caso Hess” si occupò anche Ian Fleming, che lavorava a Londra nei servizi segreti (prima di diventare l’autore della fortunata saga di James Bond). Quando ebbe archiviato il dossier che riguardava il comandante della Luftwaffe, vi scrisse sopra For your eyes only (‘solo per i tuoi occhi’), espressione che poi usò come titolo del suo dodicesimo romanzo con Bond protagonista. Al “caso Hess”, Fleming aveva dato una spiegazione esoterica: il delfino di Hitler, profondamente convinto di avere con lui una sintonia intellettuale tale da indovinarne i pensieri, era anche un cultore di scienze occulte e astrologiche, come Fleming stesso e come lord Hamilton. Insieme a molti altri tedeschi, Hess credeva che Germania e Gran Bretagna fossero affratellate da un comune destino di supremazia: avrebbe quindi cercato appoggio negli ambienti dell’aristocrazia britannica con cui – pensava – sarebbe stato possibile stabilire un contatto ad alto livello, identificando un interlocutore in Douglas-Douglas Hamilton, che aveva già incontrato otto anni prima a Berlino, in occasione dei Giochi olimpici. A lui era accomunato anche dall’affiliazione alla massoneria, come evidenziò Richard Deacon nella sua A History of the British Secret Service (Londra Muller, 1969). La storia però andò diversamente: Hess fu arrestato e, al termine della guerra, condannato all’ergastolo; morì a 93 anni in circostanze misteriose, alla vigilia della probabile scarcerazione. Non mancò chi collegò quella morte con la volontà di eliminare l’unico che avrebbe potuto chiarire il motivo del misterioso volo di 46 anni prima.

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