Il collezionista (non il nostro) che uscì in due soli numeri

Il collezionista (non il nostro) che uscì in due soli numeri

di Beniamino Bordoni |

Costava 50 centesimi, era stampato nella Tipografia Moderna ed era diretto da Giovanni Giumani. Titolo della testata era Il collezionista (esattamente come il nostro mensile); ad editarlo non era la Bolaffi di Torino, ma lo Studio filatelico internazionale di Icilio Bianchi, direttore del giornale Unione.

Accadeva nel 1923 a Gallarate. Con una certa enfasi l’editoriale dichiarava programmaticamente: «Il presente primo numero non è che un abbozzo di ciò che vorrebbe essere e sarà Il collezionista. Il desiderio di uscire al più presto ci ha spinti a compilare affrettatamente il fascicolo iniziale: i successivi saranno assai più variati, interessanti, ricchi di rubriche, molte delle quali riservate ai lettori stessi, con elenco completo delle novità, ecc.».

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Queste le intenzioni. Nella realtà, la pubblicazione, che nelle previsioni sarebbe dovuta essere «rivista filatelica mensile», uscì in due soli numeri, il 15 luglio e il 15 agosto. Otto pagine il primo fascicolo, sedici il secondo, con testi sulle origini della storia postale e dei francobolli, curiosità e rarità, anche se alcuni articoli erano rielaborazioni o commenti di notizie già pubblicate dalla stampa specializzata. Non mancavano la rubrica sulle novità e le “occasioni” proposte dallo studio filatelico. Interessante anche il tentativo, originale per l’epoca, di coinvolgere i lettori con giochi e concorsi con in palio francobolli che, per il primo premio, raggiungevano il valore di 100 lire secondo il catalogo Yvert.

Al secondo numero gli abbonati erano 200; un «risultato dei più lusinghieri», commentava l’editoriale, ma forse non abbastanza per garantire la vita del periodico, anche se veniva offerta «una bella serie di francobolli» a chi inviava in redazione almeno dieci nominativi di persone che ancora non lo conoscevano.

Nella sua indagine del 1941 sulla stampa periodica gallaratese, lo storico Giuseppe Macchi sarcasticamente sottolineava che «lo Studio filatelico non doveva aver fatto troppi affari visto che non uscirono del giornale che due numeri».

Della rivista si perse memoria e a valorizzarla, 90 anni dopo, è stata la collana Galerate – Nuovi studi storici, diretta da Elio Bertozzi, che, su concessione dell’Istituto di studi storici postali di Prato (dove i due numeri sono conservati), a fine 2013 ha dedicato alla pubblicazione filatelica uno dei suoi “cartoncini”, schede monografiche su specifici argomenti di storia gallaratese.

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