Così non va

Così non va

DI DOMITILLA D’ANGELO  |

Francobolli che non si trovano negli uffici postali. Se ne è già parlato (IC 7-8.14 p. 3 ), era l’estate scorsa e da allora le cose non sono migliorate. Anzi, se possibile, sono peggiorate. Nonostante le promesse di nuovi sportelli filatelici e di personale specializzato, gli spazi dedicati ai francobolli sono stati ridotti e molti di quelli rimasti ridimensionati.

Emissioni (Galileo e ponte di Tiberio) annunciate e rimandate alla vigilia. Emissioni (Turismo) che vanno e vengono; ma soprattutto vanno perché dopo aver trovato già tre, quattro posizionamenti diversi, finiscono «a data da definire». Ed emissioni (scudetto) che se la prendono comoda: possibile che il francobollo più “frequentato” da collezionisti e soprattutto dai non filatelisti, quello per la squadra vincitrice del campionato di calcio, arrivi comodamente ad agosto (tradizionalmente il mese di fiacca per il calcio italiano), mentre dalle ore 16.38 di domenica 4 maggio si sapeva che sarebbe stato bianconero?

Eventi filatelici (presentazione del francobollo per i 50 anni della Nutella) in cui gli specialisti della comunicazione di settore, nella fattispecie l’Unione stampa filatelica italiana, non vengono non dico coinvolti, ma neppure invitati.

Organi consultivi che non sono consultati. L’ultima riunione della Consulta filatelica, l’organo chiamato a consigliare il ministro dello Sviluppo economico nella programmazione e negli orientamenti del programma filatelico, risale a dicembre 2013. Questo ritardo non mancherà di avere inevitabili ripercussioni sull’impostazione dei contenuti e del calendario del prossimo anno.

E ancora: manifestazioni filateliche che vorrebbero avere respiro e ambizioni internazionali – Italia 2015 – ma che non soltanto non sono ancora definite, ma neppure ufficialmente confermate. E siamo a un anno dall’evento.

E infine: iniziative ispirate a buoni, ottimi propositi, che perdono la spinta iniziale e si annacquano. Come la convocazione degli Stati generali della filatelia (IC 2.14 p. 35).

Così non va. Della deriva che la politica filatelica italiana ha preso possono essere date tante spiegazioni: il cambio al vertice del ministero dello Sviluppo economico, il riassetto di Poste italiane. Ma non soddisfano. Serve una gestione seria, intelligente e lungimirante, e una strategia di marketing che riposizioni il francobollo fra gli oggetti cult. Servono idee e investimenti. Ci riflettano, se ritengono, i vertici del Mise e di Poste. Quello del collezionismo di francobolli è un settore di nicchia, ma intelligente e appassionato, da cui lo Stato e Poste hanno sempre tratto guadagni. Attenzione che la misura non sia colma

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